venerdì 9 marzo 2012 - paolo

La Lega? Puro divertimento

Giornalisti a caccia di leghisti in fuga in un esilrante inseguimento.

Insomma diciamocela tutta, dopo anni in cui si è ingoiato amaro nell'esercizio di quotidiana sopportazione della tracotanza leghista, finalmente un po' di sano divertimento alle spalle dei "biologicamente diversi", ossia di coloro che per una ventina d'anni, o giù di lì, ci hanno spaccato letteralmente i cosiddetti nel ripeterci la filastrocca che, in un paese di ladroni arraffatori senza scrupoli (gli altri), loro rappresentavano la purezza della politica asservita agli interessi del popolo. Uhauhau!

Al grido di "Roma ladrona" i celtici, cittadini della fantomatica Padania la cui esistenza è stata dimostrata per via dell'esistenza del "grana padano " (così ha sostenuto un loro rappresentante), hanno scalato, anno dopo anno, i palazzi romani abbrancando tutto ciò che c'era da abbrancare. Il colpo veramente grosso lo hanno messo a segno quando si sono agganciati al treno dell'uomo di Arcore e hanno creato un sodalizio vincente che ha scassato a tal punto questo paese da dover essere commissariato e affidato nelle mani del "tecnocrate " Mario Monti per evitare un default come la Grecia.

Naturalmente loro non erano colpevoli, la responsabilità è tutta da addossare al povero Silvio che, preso dalle sue note vicende, aveva perso la testa per la nipote di Mubarack. Umberto Bossi, Roberto Calderoli e i vari Reguzzoni, Gibelli e chi più ne ha ne metta, allora misero la mano sul fuoco che il povero Silvio aveva proprio scambiato la minorenne per la nipote del capo di stato egiziano. Cose antiche. Oggi si guardano in cagnesco, siamo tornati al Bossi ante litteram che dava del "mafioso" a Berlusconi. I corsi e ricorsi della storia.

Ma non voglio fare la ricostruzione storica della Lega, né stigmatizzare il folclore di questi "cornuti" (nel senso del copricapo che sfoggiano nelle sagre padane) seguaci di Alberto da Giussano. Mi interessa l'attualità, ovverosia la notizia dell'avviso di garanzia recapitato al presidente leghista del Consiglio regionale lombardo Davide Boni, indovinate un po' perché: per "corruzzionne", tale è la goduria che ci metto una doppia zeta e una doppia enne rafforzative (licenza).

Con lui indagato anche il capo della sua segreteria Dario Ghezzi, entrambi per presunte tangenti percepite tra il 2008 ed il 2010. Si vocifera di un milioncino di euro in mazzette per favorire appalti nell'edilizia. Se non bastasse sta venendo alla luce lo scandalo della "Parentopoli Leghista", al confronto della quale quella romana di alemanna memoria diventa un puf. Lega sotto shock e giornalisti malandrini a caccia delle loro facce vitree.

Adesso non ditemi che la faccia di Boni, eterno invitato nelle trasmissioni politiche televisive, che bacchettava tutti con il sorriso beffardo del " politicamente diverso " non vi dice niente. E' un pezzo da novanta, non un leghista qualsiasi, uno del "cerchio magico " dei super fedelissimi di Umberto Bossi, un quasi Reguzzoni giovane e ambizioso astro emergente anti maronita (nel senso di anti Roberto Maroni).

Chi ha visto la trasmissione su La7 "Gli Intoccabili", condotta dal giornalista Gianluigi Nuzzi, non può non avere goduto di un sano divertimento. Non tanto per il povero deputato leghista Gianluca Pini che si è sottoposto al fuoco di fila delle domande, tutte incentrate sulla "parentopoli leghista".

Dall'inchiesta, condotta con indubbia qualità giornalistica, emerge uno spaccato a dir poco allucinante. Questi "costituzionalmente diversihanno letteralmente fatto man bassa di posti "fissi", sogno per milioni di italiani, per mogli, figli, nipoti, parenti alla lontana e amici degli amici. Un saccheggio in grande stile. E noi che pensavamo che la "Parentopoli Leghista" fosse ristretta alla sola famiglia del grande capo, sua maestà Umberto Bossi, con il posticino da 120.000 euro l'anno al bravo (a parte gli studi) e buon Renzino, che si occupa di organizzare campionati mondiali di calcio per nazioni inesistenti. Per la cronaca: ha sempre vinto la Padania, regolando in finale la Lapponia o qualcosa di simile, non mi ricordo, ma non credo sia importante.

Allora la trasmissione e gli evidenti imbarazzi di Pini che si arrampicava sui classici specchi, farfugliando frasi del tipo: "Si fa fatica a comprendere perché si ragiona su piani diversi". Ma quali piani diversi Pini? Qui il piano, se verrà dimostrato dai magistrati, è uno solo: rubare, intascare, agguantare. Come gli indagati Penati del PD, il margheritino Lusi e le altre decine, forse centinaia di miliaia di "uomini delle istituzioni" che, quotidianamente fregano il povero popolo bue che tira il carro per tutti, che si vede le pensioni tagliate, che pagherà l'IMU se ha uno straccio di casa fatta con i sacrifici, che paga la benzina come il migliore wisky d'annata, che corre e si impicca dalla mattina alla sera per mettere insieme pranzo e cena.

Comunque a ripagarci di tutto l'inviata della trasmissione che ha messo in atto un esilarante inseguimento ai leghisti di turno, Reguzzoni compreso, che scappavano come lepri appena la brava giornalista li folgorava con queste domandine indiscrete sui loro traffici non proprio edificanti. Sembrava di assistere a quelle trasmissioni in cui gli inviati nelle zone d'Italia governate dallo stato parallello, ossia la mafia, alle domande "tendenziose" sollevano le spalle, ti guardano come fossi scemo, si girano e se ne vanno "chiatti chiatti".

Sta a vedere, caro "strutturalmente diverso " elettore leghista che tutto il mondo è paese. Che delusione!




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