giovedì 25 agosto 2016 - Paolo Giardina

La Bagheria di Patrizio Cinque-Stelle. Il ritorno

Oltre alla presunzione di innocenza c’è un altra certezza, un altra “presunzione”, quella a Cinque Stelle.

I fatti consolidano e sperimentano la difficoltà nel governare e frantumano i super poteri millantati.

La città di Bagheria ha dato i natali a Ignazio Buttitta, Renato Guttuso e Giuseppe Tornatore, è stata teatro di incontri d’onore e segreti, è molto apprezzata per le splendide Ville e per i Palazzi settecenteschi.

Ma è anche una delle città italiane a Cinque Stelle, e si sa, se duole il dente, è lì che la lingua, inevitabilmente, batte.

Allora, la città delle Ville abusive, alcune sanate, raccontata dai dipendenti di Berlusconi, ritorna sotto i riflettori. Pare, scrive Repubblica, aver suscitato l’interesse dei magistrati di Termini Imerese, dipendenti dello Stato, per via di alcuni affidamenti del Comune per la spazzatura, a ditte in odor di mafia.

Ora, non sappiamo come finirà questa faccenda, ma sulla buona fede del sindaco ci metterei la mano sul fuoco.

Oltre alla presunzione di innocenza c’è un altra certezza, un altra “presunzione”, quella a Cinque Stelle.

I fatti consolidano e sperimentano la difficoltà nel governare e frantumano i super poteri millantati.

Criticare (sfanculare) è facile, ma amministrare è altra cosa, “ci si sporca le mani”, citazione di Filippo Nogarin, sindaco Cinque Stelle di Parma. No, di Quarto, o di Livorno?




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