giovedì 22 aprile 2021 - Slow Revolution

L’umanità solidale di Nessuno Escluso

AGIRE EMERGENCY, Progetto Nessuno Escluso – È un freddo sabato di fine inverno quando andiamo a Novate Milanese, alla sede del magazzino di Emergency. L’intento è vedere da vicino quel mondo impercettibile che interessa a pochi, ma è essenziale per molti. È il mondo della solidarietà, di quelle bizzarre persone che, in un universo individualista, si alzano al mattino con il pensiero di come aiutare il prossimo.

Un’umanità che da metà maggio 2020 si riunisce qui ogni sabato per dedicare alcune ore del proprio tempo libero a chi è in difficoltà, a coloro che sono scivolati nel limbo della povertà a causa del Covid-19. A richiamarli nel capannone alla periferia di Milano è il progetto “Nessuno Escluso” (qui l’articolo) avviato nella primavera 2020 dalla ong fondata da Gino Strada, quando l’emergenza sociale è ormai evidente, seppur appannata da quella sanitaria e dall’indifferenza per un tema che, come dicono a Emergency, “non fa notizia”: la povertà. Un’indigenza spesso ignorata che aggiunge all’angoscia della mancanza di denaro l’isolamento sociale, lo smarrimento, la solitudine. Si diventa invisibili, un po’ per un senso di dignità che impedisce di comunicare il disagio, un po’ perché la povertà è interpretata di sovente come una “colpa” per avere effettuato scelte errate.

Accoglienza in sicurezza

Ad accoglierci è il sorriso di Linda, una laurea in economia e comunicazione per le imprese e un’esperienza nell’organizzazione di eventi alle spalle. Unica dipendente di Emergency presente, ha l’incarico di supervisionare le pratiche burocratiche e, soprattutto, fare rispettare le norme sanitarie: obbligo di mascherina, lavaggio delle mani con gel igienizzante e rilevamento della temperatura dei volontari. Operazioni ripetute con diligenza all’arrivo dei volontari, compreso il gruppo giunto con la navetta di Emergency messa a disposizione per chi vuole raggiungere il magazzino con i mezzi pubblici e attiva nella spola con la fermata delle metropolitana. Alle 8.30 c’è il briefing con i volontari, una quarantina. A dare istruzioni per la giornata sono Massimo e Francesco, volontari storici della ong e ideatori dei processi per la creazione dei pacchi alimentari e igienici destinati a 1600 famiglie milanesi in disagio economico. Un incontro replicato a fine turno per chi desidera approfondire la conoscenza del progetto. Azioni ripetute quattro volte al giorno, quanti i turni programmati per appagare il desiderio di contributo di tutti.

La catena di montaggio solidale

L’organizzazione è perfetta tanto da apparire un centro di logistica con professionisti all’opera. La stazione di lavoro è formata da una lunga fila di tavoli con dei volontari addetti a trasferire i prodotti dagli scaffali ai cesti sul ripieno e altri a defluire lungo il bancone per prelevarli e inscatolarli. Una passeggiata conclusa con la consegna dei pacchi alle persone preposte a chiuderli, sistemarli sul bancale per il trasporto all’area di carico dei furgoni. Qui si definiscono le destinazioni e si riempiono i vani con i colli previsti. Ci sono poi gli autisti, gli incaricati a preparare le scatole da riempire e a disfare quelle da smaltire, chi pulisce, chi prepara la pausa caffè e chi annota i bancali completati. Ogni sabato da fare ci sono 1600 pacchi alimentari in 8 ore, ossia 200 all’ora, più di 3 al minuto. Numeri che raddoppiano arrivando a 400 pacchi/ora una volta al mese, quando una seconda stazione è dedita a confezionare i pacchi contenenti beni per l’igiene personale e domestica. Per raggiungere l’obiettivo si procede a ritmo sostenuto in perfetta sincronia, ma senza rinunciare allo spirito soave di chi sta compiendo un atto probo. Alcuni si fanno trascinare dalla musica e si muovono a passo di danza, altri si limitano a rimarcare con un sorriso degli occhi l’atmosfera allegra.

La consegna discreta a San Siro

I furgoni carichi di merci approdano nei punti di distribuzione dislocati per la città dove, nei giorni stabiliti, avviene la consegna ai destinatari. Le realtà sono molto diverse come confermano le nostre visite. A San Siro la Cgil ha reso disponibile un seminterrato sotto la Camera del Lavoro dove Adele e Rita, due volontarie di Emergency, verificano i codici dei beneficiari e consegnano i pacchi con gentilezza. Un quartiere “difficile” dove le contraddizioni del mondo moderno sono separate da una strada: la zona Nord con villette ed eleganti palazzine con inquilini illustri a godere delle ampie aree verdi, la zona Sud con edilizia del dopoguerra e case popolari fatiscenti al limite dell’abitabilità occupate da residenti, per lo più stranieri, a respirare il grigiore del cemento. Realtà contrapposte divise da un “muro” invisibile dove al disagio dell’indigenza si aggiunge quello per la delinquenza che consiglia di agire con discrezione e riguardo. Alla consegna si parla poco e ci si limita a elargire un sorriso e un aiuto a chi vuole trasferire il cibo dal pacco di Emergency al carrellino spesa, più pratico e dignitoso per il trasporto.

La Brigata di Quarto Oggiaro

Non meno difficile è Quarto Oggiaro, quartiere con criminalità e degrado storicizzati. A rendere più affabile l’atmosfera è il diverso contesto. A distribuire è la Brigata Mario Vargas promossa dall’Associazione Culturale Unisono dello Spazio Baluardo, realtà radicata da tempo nel quartiere e immersa nel verde del Parco Villa Sheibler. Ad animarla sono persone residenti in zona e conosciute per attivismo e umanità, come Aaron ed Elettra, un educatore attivo da 15 anni nel quartiere e la presidentessa dell’associazione. Un gruppo affiatato che non si limita alla consegna del donato, ma propenso ad accogliere le persone con la delicatezza rispettosa della sensibilità di chi è scivolato nel mondo degli invisibili. A rispettare la dignità sono le parole di conforto di chi condivide lo stesso disagio o l’ha vissuto in passato, il desiderio di ricercare soluzioni per rendere più lievi le privazioni o il mostrare una comunità accogliente al quale affidarsi. Un’empatia con i beneficiari consolidata con la consegna a domicilio di alcuni pacchi e con l’appuntamento domenicale a favorire pause di dialogo.

Una spesa per una dieta equilibrata

Ai destinatari va il pacco con pasta, pelati, riso, latte, ceci, pane in cassetta, latte, biscotti, tonno in scatola e altri generi alimentari sufficienti per sfamare una famiglia di 4 persone per una settimana, ma fornito anche a single una volta al mese. Di fatto è una spesa equivalente di oltre 40 euro pensata per fornire una dieta equilibrata a tutti i componenti della famiglia. Ad arricchire i pasti sono le delizie aggiunte dalla Brigata, come gli omogeneizzati per i più piccoli o dolcetti in concomitanza delle feste. Contributi giungono pure da realtà di quartiere, come focacce e pizzette offerte dal Panificio Scarabaggio o frutta e verdura fresca recuperate al mercato ortofrutticolo da un’altra Brigata Volontaria per l’Emergenza. Un approccio, quest’ultimo, virtuoso di economia circolare, dove gli operatori alimentari evitano i costi di smaltimento delle derrate invendute, la comunità riduce i danni economici e ambientali generati dallo spreco alimentare e i bisognosi hanno risorse per nutrirsi. Al sostegno alimentare si aggiunge mensilmente il pacco igiene di Emergency con prodotti per la pulizia domestica e personale integrato, anche in questo caso, da forniture supplementari come i pannolini per i bimbi o la carta igienica.

L’eterogenea umanità dei beneficiari

A ricevere i pacchi è un’umanità eterogenea fatta di persone con lavori precari, irregolari e contratti non protetti. Ci sono le collaboratrici domestiche, allontanate anche per la paura di contagi, e le escort, ma pure liberi professionisti con partita Iva e avvocati senza tutele. Ci sono i dipendenti con ritardi nella ricezione della cassa integrazione e le persone con ristori troppo modesti per garantire la sopravvivenza. Per la metà sono italiani e per lo più famiglie di 4 o più persone (il 20% sono nuclei di 6 persone). Sono umani arrivati da fuori città, per fuggire dai creditori e per trovare nuove reti sociali, genitori non più in grado di pagare l’affitto e costretti a trovare soluzioni d’emergenza. Capita allora che nella Milano locomotiva economica del Bel Paese, dove spuntano grattacieli griffati da archistar con alla sommità nomi di banche e assicurazioni, ci sono due famiglie obbligate a condividere in sette una cantina di un palazzo malsano. Un contrasto difficile da accettare e tollerare in un paese che si definisce sviluppato e civile.

Per sostenere Nessuno Escluso

Le persone che desiderano contribuire possono farlo qui mentre le aziende possono donare generi alimentari, prodotti per l’igiene della casa o della persona o effettuare una donazione liberale in denaro seguendo questo link o con un contatto diretto (02.881881, [email protected]). Per chiedere aiuto o segnalare qualcuno in dificoltà si può chiamare il centralino (02.86316890 dalle 9 alle 16) o scrivere a [email protected].

© Collettivo Panzer&Brown




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