lunedì 14 gennaio 2013 - Giacomo Nigro

L’ingordigia di Gérard Depardieu

Gérard Depardieu sembra assecondare la sua complessione fisica anche con gli atteggiamenti etici e morali.

Gérard Depardieu, che ha deciso di lasciare la Francia per sfuggire alle tasse imposte dal governo Hollande ai super-ricchi, ha incontrato il presidente Vladimir Putin ed ha ricevuto il suo passaporto russo. Un comunicato del Cremlino ha definito “privata” la visita di Depardieu in Russia. La televisione russa ha mostrato delle immagini dell’incontro tra i due in cui si sente l’attore chiedere a Putin se abbia visto il suo nuovo film, una coproduzione franco-russa in cui interpreta Rasputin.

Monsieur Depardieu non gode più della mia ammirazione perché egli non tiene conto degli sforzi che Hollande, Presidente della Francia in crisi come il resto dell'Europa, dovrà fare per governare una situazione tutt'altro che semplice.

La bilancia commerciale francese è infatti in rosso, con un record di sbilancio deficitario tra export e import pari a 70 miliardi di euro. La quota sulle esportazioni all'interno dell'Europa è passata negli ultimi dieci anni dal 12,7 al 9%, mentre quella tedesca è salita dal 21,4 al 22,4%. Nello stesso periodo, la parte di interscambio mondiale è scesa dal 5,1 al 3,3%. E il costo del lavoro (35,9 euro all'ora) è tra i più alti d'Europa, soprattutto a causa della legge sulle 35 ore. Seguendo in parte le considerazioni di Gallois, Hollande ha deciso di varare 20 miliardi di credito d'imposta in favore delle imprese. Tutto ciò complica sicuramente la vita di Hollande rispetto alle promesse elettorali, ma non giustifica sicuramente l'atteggiamento di Monsieur Depardieu.

Questi è sicuramente rimasto colpito dalla recente proposta per l'introduzione di una tassa del 75 per cento, temporanea (due anni) sui redditi dei francesi che superano il milione di euro, proposta che tra l'altro è stata invalidata proprio negli ultimi giorni del 2012Depardieu ha deciso, in un primo momento, di trasferirsi in Belgio, il primo ministro di Hollande, Jean-Marc Ayrault, ha detto che la decisione di Depardieu era meschina; Depardieu ha risposto: “Meschina? Ho capito bene? Meschina? In 42 anni di lavoro ho pagato 145 milioni di tasse e so che non ho nessun bisogno di giustificare i motivi della mia decisione, che sono molteplici e privati (intimes)”. Successivamente Putin ha avvisato Depardieu che in Russia tutti, indipendentemente dal reddito, pagano il 13 per cento di tasse. Catherine Deneuve ha scritto una lettera al quotidiano Libération e ha detto che la parola “meschina” non è una parola degna di un uomo di stato mentre il filosofo André Glucksmann ha dichiarato di aver vergogna per Depardieu, che è entrato in stretti rapporti con un uomo come Putin, responsabile, tra le altre cose, del disastro ceceno.

Ritengo che in Francia, così come in Italia e negli altri paesi d'Europa, chi più ha, più deve dare, un semplice principio di solidarietà che può risolvere la situazione in un tempo più breve di quello che pare occorrere per sbrogliare questa crisi che ci attanaglia da oltre quattro anni. Personaggi pubblici come Depardieu, dovrebbero riflettere sulle conseguenze di atteggiamenti difensivi dei propri privilegi, che potrebbero essere anche autolesionistici, se la crisi continua i suoi guadagni eccessivi potrebbero essere messi in discussione.




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