giovedì 4 novembre 2021 - UAAR - A ragion veduta

L’infibulazione è reato anche se eseguita all’estero: buone novelle laiche

Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.

La buona novella laica del mese è la sentenza della Cassazione che respinge il ricorso di una donna egiziana, accusata di aver sottoposto all’infibulazione le proprie figlie. La corte precisa che le carenze in fatto di istruzione, comprensione della lingua e integrazione nella società italiana, la mancata sanzionabilità di questa pratica in Egitto e il fatto di presentarla come frutto di una “cultura ‘millenaria’” non giustificano quello che il nostro ordinamento considera un reato. Confermata quindi la condanna per la donna che nel 2007, durante le vacanze nel paese d’origine, aveva consentito che le figlie di sei e nove anni subissero la mutilazione genitale.

Gli ermellini chiariscono che tali giustificazioni “non assumono rilievo, in quanto la difesa delle proprie tradizioni deve considerarsi recessiva rispetto alla tutela di beni giuridici che costituiscono espressione di un diritto fondamentale dell’individuo”: il solo “principio della centralità della persona umana” può infatti “armonizzare le culture individuali” in una società multietnica. Un pronunciamento importante per arginare le derive del multiculturalismo e per valorizzare la difesa dei diritti della persona anche da forme di prevaricazione e discriminazione veicolate dalla “propria” cultura.

Ancora oggi in tante scuole genitori e studenti non hanno il pieno diritto di scegliere l’alternativa alla religione cattolica: un tema su cui la nostra associazione batte da anni. E di cui inizia a interessarsi anche la politica. Il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi su «anomalie, ritardi e mancato rispetto delle norme per la gestione degli studenti che non si avvalgono dell’insegnamento della religione», chiedendo l’intervento del dicastero affinché le scuole «gestiscano attività alternative in locali diversi dalle aule dove si svolge ora di religione». Fratoianni cita anche il ricorso dell’Uaar, che ha portato con la sentenza del Tar del Lazio n. 10273 del 2020 all’annullamento di una circolare ministeriale penalizzante per la scelta dell’alternativa.

In tempi di pandemia, è importante valorizzare il pensiero scientifico. Lo ha fatto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Pisa, dove ha messo in guardia: «non cedere alle illusorie evocazioni di passate età dell’oro, o alla deriva antiscientifica».

A livello internazionale si prosegue sulla strada della tutela dei diritti umani. Il Consiglio per i diritti umani dell’Onu ha adottato una risoluzione contro i matrimoni precoci, evidenziandone l’aumento in un periodo di crisi come quello segnato dalla pandemia di coronavirus, nonostante emendamenti contrari che intendevano indebolirne la portata con riferimenti a “specificità religiose e culturali” e non menzionare i diritti sessuali e riproduttivi delle donne.

Il confessionalismo italico è molto rumoroso. Nel vero senso della parola: anche con le campane suonate in maniera molesta. Ma sempre più persone protestano contro certe forme di disturbo della quiete pubblica, quando vengono superati i limiti di legge e di buon senso. Ad esempio a Moncalieri (TO) una chiesa ha dovuto sospendere lo scampanio notturno dalle 21:30 alle 7 del mattino a seguito dell’avviso di un procedimento amministrativo avviato a seguito di lamentele di alcuni residenti. Il parroco ha quindi deciso lo stop prima di dover subire l’ordinanza del sindaco.

In Italia è ancora diffusa una cultura che stigmatizza l’interruzione di gravidanza, ma di fronte alle esagerazioni integraliste persino la politica prende posizione. A Ravenna l’assessora alle Politiche e cultura di genere Ouidad Bakkali aveva preso la decisione, nel novembre del 2020, di rimuovere i manifesti dell’organizzazione integralista Pro Vita & Famiglia Onlus che facevano disinformazione sulla pillola abortiva Ru486. Bakkali aveva chiarito che la campagna «offende la cultura medico-scientifica diffondendo falsità e ancora una volta colpevolizza le scelte delle donne». Ora è arrivata la querela di Pro Vita contro Bakkali, che tiene il punto e difende la sua iniziativa: «questa battaglia la rifarò tutte le volte, ancora e ancora. Instancabilmente. La mia battaglia per difendere le donne e i loro diritti a viso aperto». Dal canto suo il segretario del Pd locale Alessandro Barattoni aggiunge, sostenendo Bakkali, che i poster integralisti «erano una provocazione violenta e millantatrice di gravi effetti di farmaci assolutamente legali in Italia».

Questo mese è stato segnato anche dalla sconfitta in Senato del ddl Zan contro le discriminazioni, bocciato dal voto segreto sulla cosiddetta “tagliola”. Ha mostrato però che anche in Parlamento c’è un largo schieramento sensibile, in maniera trasversale, ai diritti civili. Numerose le dichiarazioni a sostegno della riforma. Enrico Letta, segretario Pd, accusa: «hanno voluto fermare il futuro. Hanno voluto riportare l’Italia indietro». Mentre Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, parla di «passo indietro del Parlamento rispetto alla maturità del paese». Francesco Laforgia per Leu chiama in causa «coloro che hanno assecondato l’ostruzionismo della destra, fino all’ultimo giorno». Emma Bonino, senatrice di +Europa, critica la bocciatura perché «pur ritenendo il ddl Zan imperfetto, sarebbe dovuto andare avanti». Persino in Forza Italia, che si è schierata contro, ci sono state divisioni: il deputato Elio Vito definisce «vergognose, schifose e ignobili le sorprese sul ddl Zan» e si dimette da responsabile del Dipartimento Difesa e sicurezza del partito.

Intanto l’impegno a favore dei diritti delle persone lgbt e per la lotta contro le discriminazioni continua anche a livello locale.
I consiglieri comunali di Ancona Gianluca Quacquarini (Democrazia Collettiva – Gruppo misto) e Francesco Rubini (Altra Idea di Città) hanno presentato una mozione per far aderire l’amministrazione alla Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere (RE.A.DY.).
Il Comune di Termini Imerese (PA) ha registrato due gemelli come figli di due donne omosessuali, su decisione della sindaca Maria Terranova (M5S) e nonostante gli attacchi di Fratelli d’Italia e Lega.

Il neosindaco di Roma Roberto Gualtieri (Pd), prima della sua conferma al ballottaggio, nel corso di un confronto tv con l’altro candidato per il centrodestra Enrico Michetti aveva ammesso che «sul fronte dei diritti civili c’è un grande tema di discriminazioni che riguarda la comunità LGBT+». E promesso l’apertura di «un ufficio ad hoc per i rapporti con la comunità LGBT in modo da definire insieme le politiche migliori e di effettiva garanzia della parità di diritti a tutti». Ricordando che «Roma è la città del Pride, deve essere capitale dei diritti».

Il clericalismo a livello locale, specie quello veicolato dai politici nostrani, raggiunge punte talvolta grottesche.
Come avvenuto a Trapani. Il rilancio social, da parte dell’amministrazione locale, dell’infiorata dedicata alla Madonna con un messaggio dal sapore integralista e anti-aborto e la difesa d’ufficio del sindaco Giacomo Tranchida hanno suscitato l’indignazione delle associazioni per la difesa dei diritti delle donne e di alcuni politici. In almeno una delle rappresentazioni floreali figurava un feto, corredato da un messaggio che pregava la versione della Madonna che scioglie i nodi, di sciogliere il “nodo” dell’interruzione di gravidanza. Per Valentina Villabuona del Partito Democratico non bisognava «dare spazio ad un quadro che rappresenta un sentimento di parte e che si scontra con la laicità dello Stato e con la legge 194, troppo spesso attaccata proprio all’interno dei Comuni con mozioni e ordini del giorno». Dal canto suo la consigliera Francesca Trapani (M5S) critica la posizione del Comune «perché mistifica principi e risultati della Legge 194, che ha svolto e svolge un ruolo fondamentale nell’emancipazione non solo della donna ma della società italiana intera; tenta in modo strumentale di colpevolizzare la figura della donna appellandosi alla spiritualità», chiedendo le scuse alle donne da parte di sindaco e amministrazione.

Il Comune di Portogruaro (VE) dovrà sanzionare un imprenditore che aveva installato il bassorilievo di una madonnina sulla facciata di un palazzo storico, adiacente a un immobile acquistato, senza però i dovuti permessi. A parte la multa comminata dall’amministrazione, sul caso dovrà decidere la Soprintendenza alle Belle Arti di Venezia, che potrebbe disporre la rimozione dell’opera.

La redazione

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