venerdì 15 marzo 2013 - UAAR - A ragion veduta

L’incertezza politica e l’urgenza dell’agenda laica

Il nuovo parlamento è ai nastri di partenza. Il risultato elettorale ha fortemente innovato le Camere, ma ha anche prodotto una situazione di stallo che rende difficile, per il momento, individuare uno sbocco politico che porti alla formazione di un nuovo governo. Nel frattempo, l’esecutivo “clerical-tecnico” di Monti resta al suo posto.

L’Uaar ha già espresso l’opinione che il nuovo parlamento possa rappresentare una svolta. Non è stata l’unica a farlo: il desiderio è diffuso anche in altri e più autorevoli ambienti, proprio perché diffusa è la sensazione di crescente inadeguatezza del Paese ad affrontare non solo la crisi, ma le stesse sfide poste dalla società contemporanea. L’associazione, prima delle elezioni, ha presentato un’Agenda dei diritti laici e civili di cui sottolinea nuovamente l’urgenza: su troppe questioni l’Italia è ormai il fanalino di coda dell’Europa occidentale. Anche il più stolido benaltrismo non può non prendere atto del crescente gap che in tema di laicità si è creato tra la nostra e le altre nazioni. Una legislatura riformatrice in senso laico è dunque indispensabile. E alla Camera e ala Senato, sulla carta, i numeri per approvare il pacchetto “minimo” di misure ci sono.

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Riconoscimento delle unioni civili e delle direttive di fine vita, superamento della legge 40, divorzio breve, contrasto dell’omofobia, applicazione puntuale della legge 194, sono alcuni dei provvedimenti che potrebbero essere adottati in tempi rapidi, se c’è la volontà di farlo. E se l’opinione pubblica e la società civile laica faranno sentire la loro voce.

L’Uaar cercherà in ogni modo di ricordare frequentemente a deputati e senatori che è precisa responsabilità dei parlamentari far uscire il Paese dal suo stato di minorità laica. Senza aver paura di puntare, oltre che al “minimo sindacale”, anche a obbiettivi a lunghissima termine, come l’abolizione del Concordato (la nostra petizione che ne chiede l’abolizione ha già superato le 11.000 sottoscrizioni). L’associazione si impegna a fare la sua parte, e invita soci e simpatizzanti a fare altrettanto: “si può fare”, diceva uno che ce l’ha fatta. Insieme, aggiungiamo noi.




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