martedì 15 marzo 2022 - Mario Barbato

L’attacco della Russia e i fanatici dell’Apocalisse

L’attacco russo all’Ucraina ha risvegliato i fan dell’Apocalisse che hanno spiegato come la guerra di Putin fosse stata preannunciata dalla Bibbia. Un libro scritto migliaia di anni fa e i cui versetti riportano a racconti storici che nulla hanno a che fare con i nostri tempi. Eppure, i più esaltati hanno riempito il web di fake news, sostenendo che le Sacre Scritture avessero previsto l’avanzamento di Vladimir Putin alla conquista dell’Europa, in un passaparola arbitrario, incontrollato e farlocco.

L’Apocalisse è il libro più “recente” della Bibbia. Fu scritto da San Giovanni nel 98 D.C mentre si trovava in esilio sull’isola di Patmos per sfuggire alle persecuzioni romane contro i cristiani. È un testo ambiguo che usa un linguaggio criptico, pieno di riferimenti simbolici e antichi, figli del tempo in cui furono scritti ma che vengono continuamente reinterpretati ad uso e consumo di chi li vuole sfruttare per far parlare di sé. Succede così che guerre, rivoluzioni, terremoti, pandemie e criminalità vengono tutte ricondotte all’Apocalisse come segno della fine dei tempi.

Il problema di questi veggenti improvvisati è che non si rendono conto che le azioni scellerate dell’uomo e le calamità naturali sono sempre avvenute nella storia e che quindi non sarebbe stato poi così difficile prevederne altre. Si chiama calcolo della probabilità: un criterio matematico secondo cui se un fenomeno si è ripetuto numerose volte in passato è probabile che si ripresenterà anche in futuro. Ma per i profeti di sventura questo è quanto basta per urlare all’Apocalisse, insegnando dottrine fantasiose e alquanto cervellotiche.

Sono soprattutto i gruppi religiosi a strumentalizzare i drammi del mondo. Dai mormoni agli avventisti, passando per i testimoni di Geova e le sette evangeliche, come i movimenti che fanno capo alla Coalizione Cristiana, non c’è conflitto umano o disastro naturale che non venga visto come segno di un’Apocalisse prossima ad abbattersi sul mondo in maniera globale e indiscriminata. Il bello è che le previsioni di questi personaggi falliscono tutte miseramente, ma restano comunque in piedi grazie a quella che gli psicologi definiscono dissonanza cognitiva. Si tratta di un disturbo mentale che spinge questi finti profeti a razionalizzare i propri fallimenti e a trovare nuove strade di interpretazione, rivestendo i messaggi di nuovi significati, spostando le date, manipolando gli intendimenti biblici, inventandosi bizzarre giustificazioni per procrastinare il triste presagio in un futuro che è comunque sempre dietro l’angolo.

La retorica dell’Apocalisse è accompagnata spesso dalla presunzione di conoscere per filo e per segno un linguaggio simbolico che si adattava benissimo nel tempo che fu scritto ma che difficilmente avrebbe dovuto fare un salto temporale di migliaia d’anni prima di vederne l’adempimento. Le parole di San Paolo secondo cui “se ci sono doni di profezie questi spariranno” non sembrano essere prese in considerazione da quanti si arrogano la presunzione di conoscere pensieri divini che sono completamente fuori dalla portata degli uomini.

Viviamo in un mondo i cui mali sono ampiamente dimostrati da secoli, non è faticoso prevederne altri. L’Apocalisse spiegata ad personam è spesso associata al fanatismo e alla tendenza dell’uomo a vedere ciò che desidera vedere, piuttosto che analizzare i fatti in modo razionale senza fare voli pindarici. E’ significativo come questo libro biblico sia usato da quanti cercano di muovere le coscienze dei creduloni, pur non essendo né storici, né studiosi, né scienziati ma semplici millantatori che, anziché lavorare per cambiare le cose, si esaltano all’idea che un olocausto mondiale faccia piazza pulita di tutti. Tranne che di loro.




Lasciare un commento