sabato 25 gennaio 2014 - antonio cianci 251039

L’aria che tira

In soli tre mesi il debito pubblico è aumentato del 18%. Battuto un altro record di un trend che ormai da qualche anno sembra inarrestabile. Ed è conseguenza di un'altrettanto inarrestabile decadenza morale del Paese.
 
Non ricordo un solo esempio recente o passato, che attesti un cambiamento di mentalità o di atteggiamento morale soprattutto nelle classi dirigenti e in gran parte della cittadinanza che sempre più spesso si adegua ai comportamenti censurabilissismi dei politici.
Ancora dobbiamo scoprire che a L'Aquila post-terremoto si continua a costruire in maniera assassina ed a pagar tangenti, o che un processo arrivato in cassazione debba ricalcolare le pene, perché i giudici hanno sbagliato i calcoli.
 
Nessuno ricorda quali interventi siano stati annunciati o realizzati per il recupero del territorio o per la sua bonifica, il problema più tragico e foriero di altri lutti e sciagure. Chi ha visto una sola riforma piccola o grande realizzata? Siamo sempre alle discussioni interminabili, ai veti contrapposti, al culto del proprio particolare tornaconto. Ma atti attestanti il perseguimento del bene comune nessuno.
 
L'Italia è ferma da due decenni, anzi decresce in tutto. Crescono invece debiti, disoccupazione, pressione fiscale e sprechi e ruberie di ogni genere. I rami della corruzione e del malaffare sono così intricati e folti che costituiscono ormai una foresta quasi impenetrabile.
 
Avete notato la faccia tosta di coloro che si sono arricchiti alle nostre spalle e si aggrappano alle argomentazioni più fantasiose per giustificare la propria disonestà? Mai uno solo che confessi o chieda scusa, tutti gridano al complotto, alla gogna mediatica, ad intercettazioni non dovute, alla lesione della propria dignità, alla violazione della privacy.
 
La realtà capovolta! Sono i cittadini che debbono ringraziare Lorsignori per aver goduto del prodotto delle loro malefatte. Dobbiamo esser grati loro per averci condotto al disastro.
 
Molti ancora credono, come disse una volta Cossiga, che le casse dello Stato siano il pozzo di S. Patrizio e che i soldi non sarebbero finiti mai. Questa è follia pura, è incoscienza cieca di chi non vede la disperazione e la sfiducia in cui sta precipitando il paese. 
 
Altro che luce in fondo al tunnel. I capitali fuggono in altri lidi, il capitale umano, soprattutto quello giovane, fa altrettanto. Chi può ed ha ambizione di far altrove fortuna se ne va, anche a malincuore. Chi non può o non vuole si predispone inconsapevolmente ad un futuro di povertà, di indifferenza e declino.
 



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