mercoledì 19 giugno 2019 - YouTrend

L’altra Italia: come hanno votato alle Europee 2019 gli italiani all’estero

Il PD è il primo partito tra chi ha votato al di fuori dei confini nazionali

di Francesco Magni

 

Come accade per le elezioni politiche, gli italiani residenti all’estero hanno diritto di voto per le elezioni europee (diritto riconosciuto, come ovvio, ai soli italiani residenti in Paesi UE).

C’è però una differenza sostanziale: alle Europee non è prevista una circoscrizione ad hoc e, conseguentemente, non ci sono seggi dedicati agli italiani che votano all’estero. Quindi ogni seggio estero consente all’elettore di votare seguendo come criterio quello della residenza italiana e della corrispondente circoscrizione (che, ricordiamo, alle Europee sono cinque: Nord Ovest, Nord Est, Centro, Sud e Isole).

Ciò consente di appurare, pertanto, non solo come si siano ripartiti i voti degli italiani all’estero complessivamente intesi, ma anche quali scelte elettorali siano state fatte dai nostri connazionali all’estero residenti in una data zona d’Italia. Questo tipo di analisi è di indubbio interesse, soprattutto laddove messi a confronto con i risultati nazionali e delle relative aree del Paese.

L’affluenza si mantiene piuttosto bassa. Solamente il 7,64% dei nostri connazionali ha esercitato il suo diritto di voto, senza particolari differenze di genere. Hanno votato, infatti, il 7,68% degli uomini e il 7,59 % delle donne. A differenza di quanto avvenuto a livello nazionale, però, il dato è comunque in aumento rispetto al 2014, quando l’affluenza all’estero si fermò al 5,9%.

Tra i Paesi con l’affluenza maggiore troviamo i paesi baltici (Lettonia e Lituania oltre il 40%, l’Estonia poco sotto il 29%) ma anche il Portogallo, la Repubblica Ceca, l’Ungheria e l’Austria (tutti sopra il 20%).

Per quanto riguarda invece i risultati, un primo sguardo complessivo sul voto degli italiani all’estero ci consente di rilevare come le liste di sinistra e di centrosinistra ottengano oltre confine consensi ben più numerosi e gratificanti rispetto ai dati nazionali.

Il Partito Democratico è di gran lunga primo nel voto degli italiani all’estero, con il 32,7% (+10% rispetto al dato nazionale). Similmente, anche Più Europa-Italia in Comune (8,8% e + 5,7% sul dato nazionale), La Sinistra(4% e + 2,3%), e soprattutto Europa Verde (9,8% con un notevole +7,5%) fanno meglio tra gli italiani all’estero che tra gli elettori che votano nei confini nazionali.

A pagare le spese del successo della sinistra tra gli “italiani d’Europa” sono, come ovvio, tutte le altre formazioni politiche: la Lega di Matteo Salvini si ferma al 17,8%, Forza Italia fa ancora peggio del – già deludente – risultato nazionale raccogliendo un misero 6% e anche Fratelli d’Italia non riesce ad andare oltre un 2,4% scarso. Non va meglio al Movimento 5 Stelle, che ha ottenuto la fiducia del 13,7% dei nostri connazionali in Europa (-3,1% rispetto al dato nazionale).

C’è, dunque, un’altra Italia fuori dall’Italia. Un’Italia che pensa e vota diversamente da come facciamo nei confini territoriali.

I risultati qui riportati sono in linea con una tendenza già riscontrata in passato. Anche nel 2014, infatti, l’area di (centro)sinistra aveva conseguito risultati significativamente migliori di quanto fatto dal centrodestra e dal M5S.

È interessante notare, però, come nel 2014 il PD all’estero ottenne un risultato più basso, seppure di un soffio, rispetto al dato nazionale (39,4% rispetto all’arcinoto 40,8%). Cinque anni fa, dunque, non ci fu tra gli italiani d’Europa un boom della sinistra così significativo e direttamente proporzionale al successo del PD di Matteo Renzi.

Il Partito Democratico ottiene consensi molto elevati tra gli italiani dell’Italia Nord Orientale (35,3%), Nord Occidentale (40,2%) e Centrale (39,2%). Meno buoni sono i risultati che il partito di Nicola Zingaretti consegue tra gli italiani all’estero iscritti nella circoscrizione Italia Meridionale (24,7%, tallonato dalla Lega a poco più di un punto) e ancor meno buoni nelle Isole (22,8% e dietro la Lega di circa 4 punti percentualiì).

Oltre al buon successo del PD e al ridimensionamento di Lega e M5S, colpiscono senz’altro i risultati della lista Più Europa e di Europa Verde, di chiara – e dichiarata – proiezione europeista e con un ottimo riscontro nei suffragi.

Riguardo alla lista Europa Verde, va rilevato come la maggiore tradizione ambientalista propria del sistema politico di alcuni Paesi europei aveva fatto conseguire agli ecologisti made in Italy un buon risultato anche nel 2014 (6%).

A tal proposito è senz’altro degno di nota il risultato in Austria, dove i verdi raggiungono il 21,1% ma anche di Paesi dove l’ambientalismo si sta affermando come il nuovo perno della politica nazionale (10,7% in Francia, 9,5% in Gran Bretagna, 9,2% in Germania, oltre agli ottimi risultati nei Paesi scandinavi).

Appena ci si sposta al di là dell’Adriatico le cose, con poche eccezioni, cambiano drasticamente. Tra gli italiani che risiedono nei Paesi del gruppo di Visegrad e negli altri Paesi dell’Europa Orientale la Lega di Matteo Salvini è, quasi ovunque, primo partito, con punte del 40% in Romania, del 33,3% in Bulgaria e del 31,5% in Ungheria.

Anche l’altra Italia, quella che vive fuori dai nostri confini, sembra, pertanto, influenzata dalle dinamiche geopolitiche europee e si comporta in modo diverso a seconda che nel Paese di destinazione si respiri l’aria del progressismo pro-UE o quella della rivendicazione sovranista.




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