lunedì 13 gennaio 2020 - Attilio Runello

L’Unione europea e i muri antimigranti: un’ inchiesta

L'Unione europea non ha preso una posizione ufficiale nei confronti della realizzazione da parte di alcuni Stati di muri ai propri confini per non fare entrare i migranti.

La politica dell'Unione europea è volta a favorire i rimpatri, a rafforzare l'agenzia Frontex per il controllo dei confini, a ostacolare gli ingressi irregolari. I numerosi muri sono stati costruiti dai singoli Paesi: la Spagna, a Ceuta e Melilla, l'Ungheria ai confini con la Serbia, la Grecia ai confini con la Turchia, la Bulgaria ai confini con la Turchia, e al di fuori dell'Unione europea la Macedonia ai confini con la Grecia, la Turchia ai confini con la Siria

L'Unione europea ha creato la cittadinanza dell'Unione Europea. Questo vuol dire che ogni cittadino di uno stato dell'Unione può circolare liberamente, vivere e lavorare negli altro stati dell'Unione. Inoltre ha creato lo spazio Schengen. A questo spazio aderiscono ventitre paesi dell'Unione (sono esclusi Regno Unito, Irlanda, Croazia, Romania e Bulgaria). Di questo spazio però fanno parte alcuni Paesi europei che non fanno parte dell'Unione: Norvegia, Svizzera, Islanda, oltre ai microstati: Liechtenstein, Principato di Monaco, San Marino e Vaticano. Questi paesi hanno abolito i controlli alle frontiere comuni, che sono state sostituite da una unica frontiera esterna.

Tutto questo serve a favorire la circolazione dei cittadini che fanno parte di questi paesi, e di tutti gli stranieri che essendo entrati legittimamente nello spazio Schengen con un visto Schengen possono circolare all'interno dell'area.

Non serve - come a volte si sente dire erroneamente - per fare entrare liberamete tutti gli emigranti. Per i richiedenti asilo è prevista una procedura che è regolata dal trattato di Dublino. E naturalmente dalle leggi dei singoli paesi. Coloro che non ottegono il permesso di soggiorno devono rientrare nei loro paesi di origine.

In Europa il paese che aveva eretto una rete metallica ai propri confini era la Svizzera. Gli altri paesi hanno iniziato a costruire questi muri a seguito dell'aumento della pressione migratoria dovuta alla globalizzazione, alle guerre, alla povertà.

La Spagna ha due enclavi in Marocco, Si tratta di due città sul mare, Ceuta e Melilla, che sono territorio spagnolo. Sono state le prime ad essere circondate di una rete metallica con filo spinato. Inoltre la polizia spagnola deve evitare anche gli accessi via mare.

Nel 2013 una grande ondata di migranti è iniziata ad arrivare via mare in Italia, in Grecia e in Spagna. L'opinione pubblica venne scossa in particolar modo dalle morti in mare. Così si cercò di far fronte a questa ondata con operazioni di salvataggio in mare. Infatti i migranti sfidavano il mare con dei vecchi barconi che spesso naufragavano.

Nel 2015 abbiamo assistitito a una nuova ondata di migranti via terra. Principalmente dalla Turchia (ma erano siriani) attraverso la Grecia, la Macedonia, la Serbia, a piedi o come potevno cercavano di arrivare in Ungheria, per poi passare attraverso l'Austria in Germania.

Gli ungheresi furono i primi che a fronte del passaggio di almeno un milione di persone cercarono di porre freno a questa emigrazione erigendo un muro di rete metallica.

L'Unione europea - con l'appoggio della Germania e di altri paesi che non erano in grado di continuare ad accogliere emigranti - decise di fare degli accordi con la Turchia. Infatti in Turchia si trovavano circa tre milioni e mezzo di Siriani, che scappavano dalla guerra. L'accordo prevedeva che la Turchia fermasse l'esodo in cambio di due tranche di tre miliardi. La Turchia ha adoperato parte di questi soldi per costruire un muro fra la Turchia e la Siria, in modo da non farne entrare degli altri.

La Grecia ha cercato di fermare il flusso via terra erigendo una rete metallica al confine con la Turchia, confine che in parte è difeso da un fiume. Anche la Bulgaria ha proceduto ad erigere una rete metallica.

Con l'incoraggiamento quindi dei paesi del centroeuropa, la Macedonia ha proceduto all'erezione di un muro con la Grecia. La Slovenia nei confronti della Croazia, l'Austria nei confronti della Slovenia.

Anche nei paesi del Nord - per fermare l'emigrazione russa - sia la Norvegia che l'Estonia hanno proceduto ad erigere muri e altri paesi intendono farlo, specie fra i paesi baltici.

Inoltre alcuni paesi hanno sospeso l'accordo di Schengen e hanno ristabilito i controlli alle frontiere interne, fra paesi Schengen: i francesi a Ventimiglia, gli austriaci al Brennero, i danesi al confine con la Germania.

Alcuni paesi poi hanno deciso di adottare politiche resterittive: la Danimarca per esempio confisca agli emigranti tutti i beni che superano i milletrecento euro. Lo hanno giustificato di fronte ai commissari dell'Unione europea dicendo che questi emigranti beneficeranno dell'assistenza dello stato, e che l'assistenza in Danimarca può essere data solo ai poveri.

A questi paesi vanno aggiunti poi tutti quelli che non vogliono aderire a una redistribuzone degli emigranti su base volontaria.

In altre parole esistono dei muri, ma esistono anche delle politiche volte a contenere l'immigrazione con altri strumenti.

Per quanto riguarda i muri è importante riportare anche la lunhezza di questi muri: quello fra Turchia e la Siria è lungo 760 chilometri quello fra Ungheria e Serbia è lungo circa 170 chilometri quello fra Ungheria e Croazia è di 41 chilometri quello fra Bulgaria e Turchia è di duecento chilometri il muro fra Slovenia e Croazia dovrebbe essere di circa duecento chiometri, nell'articlo si parla degli ultimi quaranta il muro tra Estonia e Russia è di centotrentasei chilometri

 I muri in Europa hanno acquistato una notevole carica simbolica. Forse maggiore di quella che dovrebbero avere. Sono diventati la differenza fra coloro che si considerano inclusivi, a favore dell'accoglienza, antirazzisti e coloro che parlano di identità nazionale, di difesa dei confini, di porre un numero chiuso all'arrivo degli emigranti.

Da una ricerca sulla frequenza con cui media parlano dei muri o dei paesi contrari all'immigrazione sembra che i paesi che vogliono difendere la prorpia identità nazionale siano quelli di Visegrad e l'Italia del centrodestra.

Ma quali paesi sono davvero inclusivi e quali no? Siamo proprio sicuri che i paesi non inclusivi siano solo l'Ungheria e i paesi di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia)?

La Spagna che respinge gli emigranti a Ceuta e Melilla, la Francia che li respinge a Ventimiglia e Bardonecchia, l'Austria al Brennero, la Germania che spinge la Ue a pagare la Turchia, la Grecia e la Bulgaria che hanno fatto i muri, i paesi Estoni che vogliono fermare i russi, la Danimarca e la Svezia che sospendono Schengen, il Regno unito che ormai si appresta a uscire dall'Unione Europea, come vanno considerati?

E siamo proprio sicuri che l'Unione Europea - le cui scelte vengono fatte dai governi di questi stati - sia favorevole a un flusso incontrollato di migranti?

Attilio Runello

Foto: Pixabay

 

 

 

 




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