giovedì 9 maggio 2013 - UAAR - A ragion veduta

L’Italia esporta clericalismo in Europa

 

Pochi italiani sanno cos’è il Consiglio d’Europa. E pochi sanno che, periodicamente, alcuni rappresentanti dei diversi parlamenti europei si recano a Strasburgo per discutere questioni importanti. Eppure, in quella sede si dà un indirizzo alle politiche dei paesi del continente in merito all’affermazione e alla valorizzazione dei diritti umani, civili e democratici.
 
Negli ultimi anni gli integralisti religiosi sono riusciti a far passare emendamenti presso l’assemblea parlamentare Consiglio Ue (Pace) che hanno alterato il contenuto di due risoluzioni. Nella prima, che riguardava la garanzia di accesso ai servizi sanitari per i diritti riproduttivi, è stata specificata una larga obiezione di coscienza per tutti e per ogni istituzione. In un’altra risoluzione sui diritti del paziente sempre gli integralisti hanno puntato a esplicitare il no all’eutanasia e al suicidio assistito.
 
Retorica sulle presunte “persecuzioni” che i cristiani subirebbero invece in Europa
 
Come scrive David Pollock, a capo della delegazione presso il Consiglio d’Europa per l’International Humanist and Ethical Union (organizzazione di non credenti di cui fa parte anche l’Uaar), i clericali sono riusciti in questo modo a limitare la portata di risoluzioni che sarebbero state più laiche e progressiste. L’interventismo integralista in sede europea non finisce qui. Proprio a Luca Volontè dell’Udc la commissione Affari politici e democrazia dell’assemblea ha affidato il compito di redigere un rapporto sulle violenze che subiscono i cristiani fuori dall’Europa. Con risultati prevedibili: il documento si segnala per la retorica sulle presunte “persecuzioni” che i cristiani subirebbero invece in Europa.
 
Con il report è arrivata in assemblea la bozza di un’altra risoluzione, abilmente confezionata da sapienti mani clericali, che sostiene la “libertà di religione” nel senso di garantire in maniera privilegiata ai credenti l’obiezione di coscienza in ambiti molto ampi (come l’educazione dei bambini), mascherando ciò con richieste di diritti e ignorando del tutto quelli dei non credenti.
 
L’Iheu, con i rappresentanti delle associazioni per i diritti delle donne e dei gay, hanno messo a punto una serie di emendamenti per far rientrare anche altre categorie non specificatamente religiose, per evidenziare che va garantito comunque l’accesso ai servizi e ai diritti in senso laico e per denunciare tradizioni religiose arretrate come delitti d’onore, mutilazioni genitali femminili, matrimoni forzati. Gli emendamenti sono stati sostenuti dal gruppo della sinistra, dai liberal-democratici e dai socialisti, ma anche da deputati di altri gruppi, stemperando così la carica reazionaria della proposta.
 
L’Italia continua a esportare clericalismo per abbassare gli standard internazionali
 
È noto l’attivismo in Europa degli ultrà cattolici, come avvenuto sempre sul tema della salute riproduttiva ad esempio nel 2010. Volontè in particolare si distingue come longa manus del Vaticano in Europa, nonostante l’Udc sia in crisi in Italia e Pierferdinando Casini ne avesse prospettato lo scioglimento dopo il deludente risultato elettorale. Non ci sembra ciò stia avvenendo: forse sono i soliti scherzi da prete o meglio, le solite promesse da democristiani (tra l’altro recentemente ricompattati con il governo “in abbazia” di Enrico Letta). L’Italia continua a esportare clericalismo per abbassare gli standard internazionali di civiltà giuridica ai nostri livelli: d’altronde la Santa Sede è sempre prodiga nell’inviare esplicite direttive direttamente tramite il nunzio, anche “raccomandando” lo stesso Volontè, o con il solerte lobbying integralista dello European Centre for Law and Justice, capeggiato da Gregor Puppinck.
 
Le società europee continuano a secolarizzarsi. In Vaticano, anziché contrastare questo fenomeno con buone argomentazioni, si preferisce invece seguire il vecchio metodo delle liaisons dangereuses con la politica, che è stato così efficacemente sfruttato sin dai tempi di Costantino. Non rendendosi così conto che i tempi in cui la religione e la dottrina venivano imposte dall’alto in basso sono ormai lontani. Ma è anche vero che, se sono lontani, è anche perché c’è chi deve lottare ancora oggi perché rimangano tali.



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