lunedì 6 ottobre 2014 - Angelo Cerciello

L’ISIS e la macchina della propaganda

Tra ISIS e Al-Qaeda le differenze sono molte. Una delle tante è il fatto che l’ISIS non è solo un’organizzazione terroristica. L’ISIS con i suoi combattenti sta costruendo lo "Stato Islamico", quello che viene definito IS, uno stato strutturato che provvede a diversi bisogni della popolazione.

Lo Stato Islamico, come da tempo riportato dai media, ha varie mire espansionistiche e ha la grande ambizione di ricostruire un califfato che si estenda dal Medio-Oriente al nord dell’Africa, dall’Iraq e dalla Siria al sud dell’Europa, califfato sotto il potere del leader Al Baghdadi.

L’ISIS ha saputo anche sfruttare il malcontento della popolazione a suo favore con una macchina della propaganda molto potente che ha la sua forza nel fondamentalismo religioso, nella totale intolleranza verso le altre religioni e coloro che credono ad altre religioni vengono definiti infedeli e vanno sterminati per questo.

I musulmani dell’ISIS vogliono unire un popolo sotto il credo della sharia, la loro “religione divina” in terra. Essi annunciano nei loro video di propaganda di agire nel nome di Dio, nel nome della loro religione. La grande macchina di propaganda recluta adepti anche fra i bambini che vengono avviati al credo della sharia e, una volta grandi, mandati a compiere azioni militari. Nei villaggi e nelle città occupate dalle milizie jihadiste vengono mostrati video di propaganda e organizzati incontri per la diffusione della propaganda.

In alcuni video alcuni jihadisti intervistati annunciano che il califfato presto conquisterà il mondo intero e che il califfato sventolerà il suo vessillo sulla Casa Bianca, in un delirio di onnipotenza senza fine, delirio di onnipotenza alimentato dalla macchina della propaganda.

Abu Bakr al Baghdadi, il “califfo” dello “Stato Islamico” ha promesso di conquistare anche Roma mentre lanciava un appello ai musulmani di tutto il mondo ad immigrare nella sua nuova terra per combattere sotto la sua bandiera.

“Coloro che possono immigrare nello Stato Islamico dovrebbero farlo perché l’immigrazione nella casa dell’Islam è un dovere”, ha dichiarato al Baghdadi in un video presente sul web. “Affrettatevi o musulmani a venire nel vostro Stato. La Siria non è per i siriani e l’Iraq non è per gli iracheni. Questa terra è per i musulmani, tutti i musulmani“, ha affermato il leader che si è definito il primo califfo dell’Islam dalla dissoluzione dell’impero ottomano.”Questo è il mio consiglio per voi. Se lo seguirete, conquisterete Roma e diventerete padroni del mondo, con la volontà di Allah“.

La macchina di propaganda usa anche gli strumenti del social web per diffondere il suo messaggio: l’ISIS ha reclutato anche tanti europei venuti in Medio-Oriente per combattere per il califfato. E non dimentichiamo i video delle decapitazioni, testimonianza chiara e nitida di una spettacolarizzazione del terrorismo, di un’esaltazione parossistica della violenza, del macabro, del truculento.

Quindi è oltremodo evidente la potenza della macchina della propaganda nelle frange dell’ISIS, una macchina della propaganda che agisce a tanti livelli e in situazioni e luoghi diversi, una macchina della propaganda che ha come fine principale quello di reclutare nuovi adepti.




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