lunedì 4 ottobre 2021 - Yvan Rettore

L’Expo di Draghi

Ieri il presidente del Consiglio imposto al nostro Paese, Mario Draghi è riuscito ancora una volta a dimostrare quanto sia attaccato alle grandi opere per far ripartire l'Italia.

La dichiarazione di voler portare l'Expo a Roma nel 2030 ne è l'ennesima conferma.

Un affare di entità notevoli, pari ad un ritorno economico valutato in 45 mia di Euro, anche se poi si sa benissimo che tale cifra lieviterà sensibilmente e comporterà inevitabilmente l'ingresso del grande crimine organizzato che a tali appuntamenti non può assolutamente rinunciare.
 
Ovviamente la grande finanza italiana e internazionale sarà della partita perché come farne a meno in un sistema politico come il nostro che appare esserne ormai quasi completamente succube?!
 
Tutto questo ben sapendo che l'edificazione di cattedrali nel deserto e la realizzazione di grandi eventi non hanno mai comportato un miglioramento delle condizioni generali del nostro Paese.
Ed è perfettamente inutile riferirsi ai soliti e possibili incrementi del PIL se poi in certi casi la crescita globale della ricchezza finisce immancabilmente nelle mani dei soliti noti mentre la stragrande maggioranza della popolazione ne trae soltanto vantaggi (sempre che ve ne siano) marginali o insignificanti.
 
Da questo governo dei "migliori" che, data la sua nascita e composizione, non esito a definire uno dei peggiori della Storia repubblicana, non c'era ovviamente da aspettarsi nulla di diverso.
L'inerzia costante dimostrata finora sulle gravi questioni sociali e lavorative che attanagliano il nostro Paese, il proseguimento di una gestione disastrosa e approssimativa della pandemia accompagnato da un peggioramento generalizzato della questione sanitaria, l'assenza completa di un piano di messa in sicurezza del territorio teso a prevenire i disastri dovuti all'assetto idrogeologico precario del nostro Paese e una svolta "green" che in realtà viene intesa come la riproposizione di fonti energetiche dannose per l'ambiente o il ricorso a soluzioni che ne prevederanno un ulteriore saccheggio in nome del solito "Dio Denaro" sono soltanto alcune dimostrazioni palesi di quanto male stia facendo questo esecutivo all'Italia sia in questo difficile momento che stiamo attraversando che in una prospettiva futura a breve e medio termine.
 
Questo mentre il debito pubblico continua a correre, l'impoverimento delle famiglie non cessa di aumentare ed i morti sul lavoro tornano ad essere la regola anziché l'eccezione.
E' fondamentale quindi cominciare a premiare fin dalle decisioni amministrative tutte quelle entità che sono fuori dallo schema dei partiti che in Parlamento hanno consentito questa vera e propria involuzione politica ed istituzionale.
Riprendere in mano i nostri territori dev'essere un primo passo per mandare definitivamente in soffitta una stagione politica del tutto fallimentare e per tornare ad essere un popolo sovrano all'interno di un Parlamento in cui praticamente non esiste più e in cui la Costituzione, fondamento della nostra vita democratica, è diventata ormai carta straccia.
 
Yvan Rettore



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