sabato 28 novembre 2015 - Cat zu’ Felics

L’Argentina, Che Guevara e le pecorelle grigio pallido

Il liberale Mauricio Macrimagnate, ex-presidente del Boca Junior e candidato per il centro-destra, è il nuovo presidente dell'Argentina; termina così l'era Kirchner, un'epoca forse controversa, ma che pare abbia portato il Paese fuori dalla crisi del 2001,[1] crisi determinata, se non sbaglio, da politiche austeritarieneoliberiste monetariste, imposte dal Fondo Monetario Internazionale, come spiegava ad esempio il premio Nobel Stiglitz in un'intervista del 2011.[2] Per inciso, secondo alcune fonti, a coordinare queste politiche avrebbe contribuito anche il nostro attuale ministro Pier Carlo Padoan.[3]

Tuttavia, a quanto pare, negli ultimi quattro anni i problemi economici per il Paese hanno ricominciato a farsi acuti e questo è costato caro al fronte kirchnerista.

A me sono tornate in mente le parole di un noto argentino, forse il terzo argentino più famoso dopo Maradona e papa Francesco, anche se in realtà poco conosciuto veramente.

«L'Argentina era una pecorella grigio pallida, però si distingueva dal mucchio; adesso ormai avrà lo stesso colore delle sue venti perfette sorelle: si dirà messa con grande partecipazione di fedeli riconoscenti, la gente potrà finalmente rimettere la feccia al suo posto, i nordamericani investiranno grandi e benefici capitali nel paese: insomma, un paradiso. Io francamente, non so perché, ma rimpiango il colore grigio della pecorella.» 

(Ernesto Che Guevara, 7 ottobre 1955, in una lettera alla zia Beatriz.)

La lettera risale a cinquanta anni fa, il contesto oggi è diverso e molte delle altre "pecorelle" non sono più così "bianche", ma per certi versi mi sembra abbastanza attuale.

 

 

 




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