martedì 17 dicembre 2019 - Marcello Strano

L’Anthropoceano è il primo murale mangia smog di Milano

Realizzato su un edificio di via Viotti davanti la stazione di Lambrate.

Il primo murale mangia smog realizzato nella città di Milano, si chiama "Anthropoceano", un'opera di Federico Massa Iena Cruz, in collaborazione con la onlus Worldrise, e finanziato da Ocean family foundation insieme a North Sail. Inaugurato l'11 novembre 2019, nella zona di Lambrate a Milano, il disegno raffigura diversi grandi animali marini, tra cui un capodoglio e uno squalo imprigionati dentro un contenitore di plastica, al cui interno si trova un oleodotto da cui si ricava la plastica. Realizzato in Airlite, una particolare pittura che attraverso la luce, riduce dell’88 per cento la percentuale di biossido di azoto presente nell’atmosfera, convertendola in aria pulita.

Un progetto Worldrise Walls che ha l’obiettivo di portare nelle città, attraverso la street art, le meraviglie del mare e raccontarne i problemi evidenziando come ognuno di noi può essere parte della soluzione. Lo scopo è quello di creare una connessione tra persone e natura incentrato sul contesto urbano: il luogo in cui si concentra la maggior parte della popolazione e allo stesso tempo lo scenario in cui l'ambiente è spesso il grande assente. Cambiamenti climatici, inquinamento e perdita di biodiversità che corre ad un ritmo serrato sono solo alcuni dei temi che la Street Art può trasformare in una rappresentazione grafica.

Federico Massa Iena Cruz, milanese residente a New York, si è affermato a livello internazionale per i suoi murales incentrati sui cambiamenti climatici, sui rischi derivanti dall’inquinamento e sul dramma delle specie animali a rischio estinzione. L’interazione dell’essere umano con il pianeta, oggi è concentrata sullo sfruttamento incondizionato delle risorse, al punto da giustificare l’apertura di un nuovo capitolo della storia geologica del nostro pianeta: l’Anthropocene. È a partire da questa parola che Iena Cruz ha concepito il titolo dell’opera dal nome “Anthropoceano”. L’opera vuole infatti portare a riflettere sulle cicatrici lasciate dall’uomo sui fondali e la superficie dell’Oceano. Al centro della composizione una piattaforma petrolifera estrae l’oro nero alimentando una bottiglia di plastica a simboleggiare le scelte consumiste che distrattamente compiamo quotidianamente. Così, l’intero ecosistema marino viene imbottigliato e, con esso, l’orizzonte di una prospettiva futura sempre più incerta e offuscata.

La Worldrise Onlus è nata nel 2013 dal sogno di Mariasole Bianco, presidentessa e fondatrice dell’associazione. Mariasole, dopo la specializzazione sulla gestione delle Aree Marine Protette in Australia, ha deciso di mettere in pratica, nel paese in cui è sbocciato il suo amore per il mare, le competenze acquisite all’estero. Ideata da giovani per i giovani che sviluppa progetti di conservazione e valorizzazione dell’ambiente marino attraverso un percorso incentrato sulla sensibilizzazione, la creatività e l’educazione. I progetti di Worldrise vengono coordinati e realizzati coinvolgendo giovani studenti e neolaureati per facilitare l'acquisizione di conoscenze pratiche professionali e formare i futuri custodi del patrimonio naturalistico italiano.

 

 

 

 




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