L’Afghanistan, dopo 20 anni e Gino Strada è morto oggi
Prima di andare avanti: abbiate pazienza, sono dei ricordi degli ultimi venti anni e mentre scrivo ho appreso della morte di Gino Strada a 73 anni, era malato da tempo ma non al punto di non potere scrivere e l'ha fatto proprio poche ore fa, sulla Stampa, con questo articolo. Il post che segue, è lungo e personale, scritto da me che non sono una giornalista, tantomeno una corrispondente, solo una pensionata che ama condividere le emozioni, le notizie a mia volta captate e scriverne.
L' Afghanistan questo sconosciuto. A me a scuola, sono del 1950, nessuno ne aveva mai parlato, neanche dell' Irak o del Pakistan ,sapevo però che c'era Soraya la principessa triste e lo scià in Persia, dai titoli delle riviste più o meno femminili che sbirciavo: mia madre comprava solo Annabella e poi la spediva a una sua amica emigrata con il marito in Belgio...certo non ero una cima in geografia e neanche in storia, le date non mi dicevano niente, tantopiù delle battaglie.
Il 2001, scoprii con Genova e mia figlia di sedici anni,la politica che si fa per strada, nella vita di ogni giorno, e tante esperienze perchè avevo aperto gli occhi e il cuore, su quelle notizie che a volte non apparivano mai e a volte apparivano distorte.Dunque nel 2001, ci fu in Italia Genova e in America il crollo delle Torri, sembrava una guerra.Lo era, infinita.E invece la stessa America oggi dice che è finita, la guerra. Io che sono sempre stata contro, la guerra, dovrei esserne felice.
Entrai a far parte nel 2002 delle Donne in Nero di Roma (molto attivamente come è mia natura prendendo anche dei travi in testa...) e scrivevo resoconti comunicati, cose che mi passavano per la testa e siccome era un movimento non un'associazione o partito, me lo consentivano, le altre donne... Era il 31 maggio 2006 quando inviai a mailing list e alle Donne in Nero il racconto in rete di Milva Pistoni a noi di Roma, dopo l’incontro organizzato con Malalai Joya, aveva 28 anni, oggi ne ha 43. E’ una donna che racconta ad altre donne, sull' Afghanistan."Malalai ha 28 anni, ogni notte dorme in un luogo diverso perché è continuamente minacciata di morte. Sostanzialmente lei fa questo: ogni volta che ne ha l’occasione si alza in piedi e denuncia il fatto che il Parlamento afghano è nelle mani dei signori della guerra, criminali responsabili di numerosi massacri ( di cui ci ha fornito alcuni dettagli ) su cui lei chiede che sia fatta luce da un tribunale internazionale. Lei fa questo anche durante le sedute del Parlamento stesso per questo viene aggredita. Ha descritto questa situazione: L’Afghanistan ha ancora tutte le tracce delle distruzioni avvenute a partire dalla guerra civile, non c’è acqua corrente, né elettricità, le strutture sanitarie sono assolutamente insufficienti, l’87% della popolazione è analfabeta. Dopo la cacciata dei Talebani è cambiato qualcosa solo a Kabul ( una parte di Kabul) e nelle città più grandi ( ne ha nominate solo un paio), non c’è in atto nessuna ricostruzione ( a parte centri commerciali per stranieri e ville). Il Parlamento è composto per il 70% dai signori della guerra ( Alleanza del Nord) che sono fondamentalisti esattamente come i talebani, il restante 30 % è composto da notabili che puntano alla loro personale crescita economica e quindi sono disponibili a compromessi con chiunque, anche con i riminali, poi da persone provenienti dalla società civile che sostanzialmente hanno paura di esprimersi, e infine da rappresentanti che provengono, come lei, da ong che operano nel sociale. Lei è appoggiata da tantissime persone che la aiutano in tutte le maniere possibili affinché lei possa continuare a “dire la verità”Gran parte dei progetti della cooperazione internazionale ha riguardato corsi di computer e inglese, cosa che in un Paese con quella percentuale di analfabetismo e senza elettricità non ha dato i frutti sperati. Sono fiorite una quantità incredibile di ong afghane, perché questo è il modo in cui gli afghani che hanno un minimo di cultura hanno potuto accedere ai finanziamenti, ma sono organismi che sostanzialmente sono serviti solo a drenare soldi, i progetti spesso erano inconsistenti, e soprattutto non sono arrivati nelle zone rurali, dove vive gran parte della popolazione. Ci sarebbe bisogno di investimenti massicci in sanità e istruzione nelle zone rurali ma nessuno se ne occupa, i cooperanti non ci vanno.
Chiaramente lei loda sia l’operato di Alberto Cairo ( croce rossa) che quello di Emergency, solo che è troppo poco rispetto ai bisogni. L’economia afghana non esiste, il paese si regge sui traffici illegali, armi e coltivazione del papavero da oppio, da qui la forza dei signori della guerra che controllano totalmente il territorio, i finanziamenti internazionali sono gestiti in maniera clientelare, il grosso della popolazione ha un’economia di sussistenza che si basa su allevamento e agricoltura, ma in condizioni peggiori del nostro medioevo. ( vi risparmio la condizione delle donne, ma ve lo immaginate), tutti i progetti fatti, anche quelli andati in porto sono gocce nel mare di sabbia, non essendoci un sistema economico sano e in movimento ma soprattutto rapina e corruzione è difficile portare avanti delle imprese. La situazione dei profughi che sono stati fatti rientrare in Afghanistan è disastrosa. I Talebani stanno tornando, e fanno leva sull’antiamericanismo che è in aumento, soprattutto dopo che la popolazione ha constatato il fatto che i criminali di guerra dominano le istituzioni “democratiche” col favore degli americani . Le forze militari internazionali non solo non intervengono per niente anche nelle situazioni di evidente spregio dei diritti umani, ma mantengono un ordine che è gestito dai criminali. Se gli statunitensi se ne andassero per loro non cambierebbe nulla. Non sa dire nulla delle forze armate di altra nazionalità ( incluse le nostre) perché sono comunque identificate con gli americani. Ha detto molte altre cose, anche sull’idea di democrazia. Ha sorriso un paio di volte per le nostre domande, ( quando lo fa le brillano gli occhi ) ha detto che le donne hanno bisogno di tutto ma soprattutto di sostegno morale, di sapere che è possibile vivere in modo diverso, ci ha raccontato il modo pratico in cui lei stessa riceve sostegno, ha lodato le donne della Rawa che portano avanti in condizioni difficilissime dei progetti per la sanità e l’istruzione delle donne ( arrivare a pensare se stesse come portatrici di diritti da far valere cambia radicalmente la vita delle donne). Che altro dirvi? Si, vi dico che Laura Quagliolo ( Din di Milano) Simona Cataldi e le nostre Gabriella e Carla hanno organizzato tutto in un lampo e sono state fantastiche. A presto Milva"
Agosto 2008, quando ancora scrivevo cronaca estera per Megachip, riportavo "Afghanistan: 76 civili, tra cui 19 donne e 50 bambini sotto i 15 anni, uccisi da un bombardamento della coalizione Nato; si aggiungono 10 civili (un neonato, 4 bambini, 5 donne, di cui una incinta) ricoverati nell’ospedale di Emergency, nel sud Afghanistan, feriti dalle schegge dei razzi caduti sulla loro casa durante una festa di matrimonio. Frattini: "L’Italia conferma il suo impegno, la lotta al terrorismo ha ancora bisogno della comunità internazionale e "solidarietà" ai 3 militari italiani feriti in Afghanistan che "ci stanno facendo onore, stanno portando la bandiera italiana come bandiera di pace contro il terrorismo e l’instabilità".C' è un video sottotitolato in italiano, che racconta "L`IMPEGNO DELL'ITALIA NELLA MISSIONE IN AFGHANISTAN" del Ministero della Difesa, girato nel giugno 2018: I commenti sono disabilitati per questo video.
"L'ufficio del procuratore generale afghano ha registrato piu' di 3.700 casi di violenza contro le donne nei primi otto mesi del 2016, con 5.000 casi registrati in tutto l'anno precedentOggi riporto solo questa tristissima notizia, che purtroppo sta a testimoniare di come la violenza ha continuato a camminare e come le donne riescono ciononostante a lottare per il loro diritto, di lavoro e vita. E dire che l'Islam talebano vietava alle bambine di andare a scuola e alle donne di lavorare dal 1996 al 2001 e che non sono piu' gli anni in cui "Barbara Bush pensava che il burqa fosse un piatto della cucina araba".
Maggio 2019: «Mi hanno insultato, ricoperto di fango. E ora vogliono uccidermi. Ma io non mi fermo» e invece in un sabato mattina di maggio, alle 7.20, le hanno sparato sulla porta di casa a Mena Mangal, a Kabul.Non so quanti anni avesse ma era giovane e molto bella, lei Mena Mangal, in alcuni siti Meena Mangal, era giornalista e attivista per i diritti umani, data in sposa nel 2017. Battendosi per i diritti di tutte le donne in Afghnistan, e per i suoi stessi diritti, all’inizio di maggio aveva finalmente ottenuto il divorzio.Sperava di migliorare le possibilità di istruzione e informazione per i giovani, impegnata per la Wolesi Jirga- la Camera bassa del Parlamento- aveva lavorato anche per tv private.Dunque dolore e rabbia da parte di attivisti per i diritti delle donne, contro le autorità che l'avevano lasciata indifesa di fronte alle minacce...
Il 18 gennaio 2021, scrivo l'ultimo post per l' Afghanistan: ...Non conosco il nome delle due donne, che facevano il giudice a Kabul e che sono diventate subito due salme avvolte in teli bianchi, portati via...Erano andate al lavoro: degli operai hanno lavato la strada dal sangue versato copiosamente a terra.
Mi ripeto oggi una volta ancora e lo ripeto a chi mi legge e lo riscrivo: Fuori la guerra dalla storia, quella storia che ci raccontavano a scuola e non mi è mai piaciuta.
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https://www.lastampa.it/topnews/lettere-e-idee/2021/08/13/news/cosi-ho-visto-morire-kabul-1.40594569
http://www.tellusfolio.it/index.php?prec=&cmd=v&lev=91&id=9529
https://www.ildialogo.org/donna/malalaijoya31052006.htm
https://www.agoravox.it/Afghanistan-Pastorelli-Bambini-e.html
https://www.agoravox.it/Afghanistan-Pastorelli-Bambini-e.html
https://www.agoravox.it/Due-donne-mentre-andavano-al.html
https://archivio.politicamentecorretto.com/2011/01/05/ci-dispiace-da-certi-giovani-afghani/
https://www.agoravox.it/Votare-in-Afghanistan-con-l-aiuto.html