lunedì 11 settembre 2023 - angelo umana

K-141 Kursk

Bambini festanti e spose che salutano la partenza per un'esercitazione del sommergibile a propulsione nucleare K-141 Kursk e in grado di lanciare missili a testata nucleare, orgoglio della nazione, che riprende il mare in agosto del 2000 dopo 10 anni di cantiere. 

Scena di giubilo, navi e sirene che lo accompagnano per un viaggio, orgoglio del Paese che lo aveva varato anni prima e che voleva mostrare la propria forza e capacità tecnologica, apparentemente all'avanguardia ma solo mostrata al mondo esterno. La sera prima della partenza c'era stato un matrimonio tra un marinaio e la sua fidanzata, canti di giubilo e bevute di valorosi soldati, 107 in tutto tra ufficiali e marinai si imbarcarono per l'impresa (“uniti fino alla fine” è scritto nel manifesto del film).

Poi la partenza, ogni marinaio al suo posto … istruiti, competenti, preparati. Da soli in fondo al mare, uno scoppio devastante, qualcosa non ha funzionato: il disastro. Comincia la loro lenta agonia malgrado tutti i tentativi dei marinai stessi, e quelli di riportarlo in superficie da parte di un sottomarino norvegese di salvataggio che però non lo riesce ad agganciare. E' la Russia, e guarda caso c'era già Putin, divenuto presidente in marzo del 2000 (chissà se con Gorbacev o perfino con Eltsin le cose sarebbero andate così).

Sulla terraferma tra i familiari ignari si spargono le prime voci dell'incidente, non confermate apertamente dagli alti ufficiali della marina e dalle autorità, solo risposte né chiare nè veritiere, “segreti di stato”, segreti su un disastro da celare di fronte alle altre nazioni. La Gran Bretagna, la Francia, gli Usa si offrono per aiutare la riemersione coi loro mezzi, ma nessun intervento è accettato dai comandi russi: il Kursk sembra un grosso animale “insabbiato” a 108 metri in fondo al mare di Barents, situato nel mar Glaciale Artico a nord della Norvegia e della Russia.

Colin Firth nella parte di un ammiraglio americano che offre i suoi aiuti, declinati, Thomas Vinterberg il regista (Il Sospetto e Festen sono altri suoi film molto apprezzati), Matthias Schoenaerts recita la parte del marinaio più coraggioso tra le vittime (nella realtà questo fu Dimitry Kolesnikov che riuscì a lasciare messaggi scritti, poi ritrovati, nel sommergibile allagato e buio), Léa Seydoux nella parte di sua moglie. Il loro bambino, che appare ad inizio del film-documento mentre prova quanto tempo riesce a stare sott'acqua, e che rifiuterà gli omaggi di qualche generale perché il papà non può più tornare.




Lasciare un commento