mercoledì 1 febbraio 2023 - Kosmopolis - Making of

Jorit, a Napoli un murale per Mario Paciolla: “Simbolo di chi lotta per la giustizia sociale”

I familiari di Mario chiedono la riapertura delle indagini. Lanciata la piattaforma marioveritas per raccogliere segnalazioni anonime

di Daniele Pallotta

Jorit, artista di fama internazionale, realizzerà un murale raffigurante il volto di Mario Paciolla, cooperante morto a 33 anni in circostanze oscure il 15 luglio 2020 nella sua abitazione a San Vicente del Caguán, in Colombia, quando ancora lavorava per l’ Organizzazione delle Nazioni Unite ed era in procinto di tornare nella sua città d’ origine, Napoli.

Anna Motta, madre di Mario Paciolla, spera che grazie a quest’ opera la storia di suo figlio Mario venga conosciuta al di fuori dei confini campani ed italiani. “Abbiamo scelto Jorit perché pensiamo che possa rappresentare la luminosità degli occhi di Mario” – spiega la madre. Jorit ha aderito con passione civile all’invito: “Ci sono persone che diventano simboli – commenta l’artista - e Mario è uno di questi. In un mondo fatto di cinismo e di egoismi, chi prova a prodigarsi per una causa collettiva rischia di essere isolato e dimenticato. Io sono stato in Colombia la scorsa estate ed ho capito quanto sia difficile fare cose giuste, si rischia la vita.” Per sostenere i lavori del murale, che sarà realizzato a Napoli sulla facciata del Liceo Elio Vittorini, è’ stata avviata una campagna di raccolta fondi (il link per donare). Un sostegno nell’ organizzazione è stato assicurato anche dal Consorzio Gesco.

I genitori di Mario Paciolla, i legali della famiglia, le amiche e gli amici di Mario sono convinti che Mario non si sia suicidato, come inizialmente le autorità delle nazioni unite avevano supposto. Per questo i familiari si sono opposti alla richiesta di archiviazione fatta dalla procura di Roma e sono in attesa dell’esito del loro ricorso. “Non è possibile archiviare tutto dopo così poco tempo e considerato che i depistaggi hanno reso tutto più difficile, noi non accetteremo mai l’ archiviazione” – annunciano i genitori di Mario. E’ stata creata una piattaforma informatica, il nome è “marioveritas”, che permetterà di fare segnalazioni anonime utili per le indagini. Emanuela Motta, legale della famiglia Paciolla, assicura che la piattaforma proteggerà l’ anonimato ci chi la utilizzerà. Anna Motta invita a fare girare il link della piattaforma il più possibile, in Italia e all’ estero.Qui il link per collegarsi

Alessandra Ballerini, anche lei legale della famiglia Paciolla, rimarca che “Mario era un professionista preparatissimo, si è speso per i diritti degli altri. Per come era Mario e soprattutto per la perizia medico legale sul suo corpo fatta in Italia, e per altre perizie effettuate dai nostri consulenti, noi non crediamo all’ ipotesi del suicidio e speriamo si possano riaprire le indagini.” Anna Motta sottolinea che dopo la scoperta del corpo esanime di Mario, l’ O.N.U. abbia atteso sei ore prima di informare l’ Ambasciata italiana. “L’ O.N.U. era il datore di lavoro di Mario e deve darci spiegazioni.” Ad affiancare i genitori di Mario Paciolla anche Claudio Silvestri, segretario del Sindacato Giornalisti Unitario della Campania: “Non è facile illuminare certe storie – commenta Silvestri - non è facile soprattutto di fronte a certe istituzioni, come l’ O.N.U., che hanno tutto l’ interesse ad affossarle.”

Il vicesindaco del comune di Napoli, Laura Lieto, ribadisce l’impegno da parte del Comune a testimoniare vicinanza alla famiglia, a contribuire a “custodire la memoria Mario”, “promuovere l’esempio che Mario ha dato con la sua vita”.

Una vita di cui Mario, sin da giovanissimo, ha dimostrato di aver compreso quale fosse il senso che volesse darle. I racconti dei familiari e degli amici (da ascoltare anche nel documentario “Come fuoco”) parlano di una persona vivace, piena di vita, con tante passioni, ed una fortissima voglia di viaggiare, conoscere il mondo, e aiutare laddove ve ne fosse più bisogno. Per questa ragione si aggregò alle Brigate Internazionali di Pace in Colombia. Il giornalista Valerio Cataldi si affidò anche alla sua collaborazione per un’ inchiesta in Colombia. Cataldi ricorda di quanto Mario fosse addentro al mondo colombiano. “Racconta le vittime del narcotraffico, la povertà che vivono, prima ancora di raccontare i colpevoli del traffico di droga” – gli aveva suggerito Mario.

“Dobbiamo restituire dignità a Mario – prosegue la signora Anna Motta – Se la madre di Peppino Impastato non avesse cercato per oltre dieci anni la verità sulla morte del figlio noi ora forse non la sapremmo.”

L’ appello per tutte e tutti è rivolto a firmare la petizione diffondere la piattaforma marioveritas ed i contenuti della pagina Facebook Giustizia per Mario Paciolla, sostenere la raccolta fondi per il murale di Jorit, parlare della storia di Mario e continuare a chiedere verità e giustizia. Un modo per restituire quello che Mario ha donato in vita, pensando con sguardo lungimirante alla collettività, un modo per contribuire a migliorare questo mondo, sul solco delle tracce percorse da Mario.

Per approfondimenti

Mario che costruiva la pace – il reportage di Valerio Cataldi per Rai News

La registrazione della serata del Festival del Cinema dei diritti umani di Napoli dedicata a Mario Paciolla

Due anni dopo, ancora rabbia e sete di verità per Mario Paciollaarticolo pubblicato su Il Manifesto

Pagina Facebook “Giustizia per Mario Paciolla”




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