venerdì 21 agosto 2020 - Attilio Runello

Joe Biden conquista la nomination democratica per la Casabianca

Joe Biden è il candidato del Partito democratico alla Casabianca. Lo ha ufficializzato la Convention in questi giorni. Biden espone il suo programma. Si punta anche sulla scelta di una donna afroamericana come vice: Kamala Harris, e su un parterre ampio di sostenitori Vip. Si punta anche sulla demonizzazione di Trump, che però agli occhi dell'elettorato repubblicano di meriti ne ha accumulati.

La Convention del Partito Democratico ha ufficializzato Biden come candidato del Partito democratico alla Presidenziali degli Stati Uniti. Biden è sostenuto dagli Obama, da Bill Clinton, da Hillary e anche da Meghan Markle. Da tutti i discorsi che sono stati fatti sembra che la cosa più importante sia battere Trump, perchè da quando c’è lui ha detto Clinton “nello studio ovale c’è il caos”. I meriti di Biden insomma non emergono.

Ma Biden ha presentato il suo programma: difesa dal Coronavirus, salari minimi, meno agevolazioni fiscali per i ricchi, un mondo più sicuro, conseguenze dei cambiamenti climatici, eliminare odio per minoranze. Si è presentato come veterano e come sposo fedele. (È un cattolico di origine irlandese).

L’ultimo sondaggio della CNN parla di uno scarto del 4% che si restringe fra gli elettori che vivono negli Stati che avranno il maggiore impatto elettorale a novembre. Ma il balletto dei sondaggi è continuo e molti parlano di scarti maggiori. Ma tutti i commentatori sono concordi nel dire che non ha ancora perso. In politica internazionale Trump ha appena portato a casa un successo: l’apertura di relazioni diplomatiche fra Israele e gli Emirati Arabi.
Inoltre ha promesso di portare a casa alcune migliaia di soldati americani adesso di stanza in Germania.

È forse uno dei presidenti meno guerrafondai che gli Stati Uniti abbiano avuto. Sotto Obama abbiamo visto le primavere arabe promosse dagli Stati Uniti che di fatto in paesi come la Siria o la Libia si sono trasformate in un bagno di sangue. In Siria hanno finanziato addestrato e armato l'esercito siriano libero che era arrivato a contare sessantamila uomini e si opponeva ad Assad, accusato di uso di armi chimiche. In Egitto avevano fatto cadere la giunta militare loro alleata e voluto elezioni che hanno portato alla vittoria dei Fratelli Musulmani, movimento molto vicino ad Hamas in Palestina. Poi sono tornati i militari.

Invece Trump ha condotto una politica anticinese. La politica anticinese di Trump non è stata solo in ambito commerciale. Di recente gli Stati Uniti hanno venduto aerei militari a Taiwan, il paese che la Cina minaccia di invasione. Ma non ha aperto nessun conflitto. Ha contenuto gli esperimenti nucleari del dittatore nordcoreano, concedendogli un riconoscimento informale. Ha fatto uccidere Soleimani, capo militare iraniano, ma ha evitato una escalation.
In ambito economico ha portato la disoccupazione a livelli molto bassi in epoca pre Coronavirus. La pandemia è stata gestita lasciando spazio ai singoli Stati. I dati sino ad ora non gli hanno dato ragione.

I modi non certo diplomatici di Trump piacciono poco. L'aver fatto una campagna sulla ultimazione del muro con il Messico - che non è riuscito a portare a termine per mancanza di fondi - gli ha inimicato quasi tutta la stampa. Al tempo stesso è il primo presidente che attraverso i suoi twitt parla direttamente a tutti, in particolare ai suoi elettori.
Riusciranno i media americani a trovare dei meriti nella figura di Biden? Vedremo. Biden in tanti anni di carriera politica ha errori da farsi perdonare; ha il suo programma, che si rivolge alla classe media ed è propenso ai compromessi, e si rivolge anche all'elettore repubblicano moderato, ma potrebbe non piacere alla sinistra più radicale. E allora? È meglio puntare sulla scelta di una donna di origine afroamericana come suo vice e sulla demonizzazione di Trump.

Foto: Wikimedia




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