sabato 25 luglio 2009 - Damiano Mazzotti

Italia Anno Zero

“Italia Annozero” è un libro creativo e intelligente che riassume i temi più significativi delle varie puntate della trasmissione Annozero di Michele Santoro (www.chiarelettere.it, 2009).

Poderosi gli interventi di Marco Travaglio, le testimonianze disarmanti dei giovani intervistati da Beatrice Borromeo e, naturalmente, le straordinarie vignette di Vauro.

Dal 2006 al 2009, si scorre la storia d’Italia che non viene raccontata dai media del regime dell’ignoranza perché, come si sa, l’ignoranza porta obbedienza. Infatti, come ci ricorda Travaglio, Italia Annozero è un “programma sgradito ai partiti di destra e di sinistra e va in onda grazie ad una sentenza del Tribunale del Lavoro di Roma, recentemente confermata dalla Corte d’appello che ha respinto il ricorso della Rai e, dunque, molto gradito ad una fascia sempre crescente di cittadini liberi” e di quei giovani della Generazione Zero che vengono derubati e stritolati dalle coalizioni generazionali degli anziani e dei vecchi che non mollano l’osso nemmeno quando sono mentalmente sdentati.

Nel libro vengono quindi descritte e spiegate le disfunzioni che colpiscono il sistema della giustizia e finiscono per disastrare la società e l’economia. Del resto “il Codice di procedura penale cumula le garanzie del processo accusatorio con quelle del vecchio rito inquisitorio: una festa per gli avvocati Azzeccagarbugli. L’Italia ha 200mila avvocati, contro i 25 della Francia e i 20mila del Giappone… Così il processo diventa una corsa ad ostacoli. Specie per chi ha soldi e può pagarsi gli avvocati per anni e anni, fino alla prescrizione. Abbiamo un sistema delle impugnazioni che è unico al mondo: tre gradi di giudizio, senza rischi né filtri per chi presenta ricorsi temerari, infondati, puramente dilatori; il deposito degli atti a fine indagini e l’udienza preliminare possono durare anche anni e diventano un quarto grado di giudizio; i parlamentari, poi, hanno pure il quinto” (p. 85).

"Il sistema della prescrizione è semplicemente demenziale, visto che essa continua a galoppare anche dopo il rinvio a giudizio, dopo la condanna di primo e secondo grado, fino all’ultimo giorno del giudizio di Cassazione. Basterebbe interrompere la prescrizione dopo la richiesta di rinvio a giudizio e chi punta a farla franca perderebbe ogni speranza e interesse a tirare in lungo. Un modo per accorciare i processi a costo zero, disincentivando le tattiche dilatorie delle difese” (p. 86).

E “abbiamo pene massime altissime e pene bassissime: così i giudici, fra un meccanismo premiale, un’attenuante e un’indulgenza, irrogano pene molto basse. Anche le leggi più severe sono scritte coi piedi, da incompetenti che ottengono esiti opposti a quelli desiderati” (p. 87).

La legge sull’immigrazione è l’esempio più lampante: non si può venire in Italia se non si ha un lavoro. Ma come si fa a trovare un lavoro se non si è mai stati in Italia? Se l’Italia non fosse un paese dove i burocrati sono ancora più idioti dei politici, basterebbe trasformare alcuni permessi turistici in permessi abilitanti a svolgere un breve periodo di prova lavorativo (3 immigrati su 4 entrano con un permesso di soggiorno turistico e poi si stabiliscono in modo irregolare in Italia per lavorare).

In realtà, a volte le soluzioni possono essere più semplici di quello che si pensa, e i molti guai dell’Italia potrebbero essere risolti abbastanza velocemente se si seguisse il dettato espresso da Luigi Einaudi nel dopoguerra: “il rimedio ottimo e massimo, quello da cui tutto il resto dipende, senza il quale nulla si può fare, è ristabilire l’impero della legge”. E io aggiungerei che sarebbe anche necessaria quella giustizia che deriva dalla meritocrazia. 

Comunque nonostante tutto si potrebbe parlare anche di una rilassante lettura estiva, se non fosse per il triste spettacolo offerto dall’Italia e da molti italiani. Ma oramai ci siamo abituati e l’Italia rimarrà ancora per molto tempo un paese nauseante pieno di rifiuti speciali mafiosi.

 P.S: I vari reportages sono visibili e liberamente disponibili sul sito www.annozero.rai.it.




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