martedì 19 febbraio 2013 - UAAR - A ragion veduta

Istruzione e ricerca nel confronto elettorale

Mentre il dibattito pre-elettorale si trascina stancamente ed è assai poco focalizzato sulle questioni concrete, l’Uaar ritiene di fare cosa utile per chi la segue analizzando i programmi elettorali anche su alcuni temi specifici. Si ricorda che l’associazione ha già pubblicato un’Agenda contenente gli obbiettivi laici e civili e un’analisi dei programmi delle liste che, candidandosi a dirigere il paese, sono presenti nella maggioranza delle circoscrizioni elettorali.

Cominciamo con l’istruzione e la ricerca. Pressoché tutti i partiti, quando ne trattano, promettono maggiori investimenti in questa direzione. È quindi più importante vedere attraverso quali proposte concrete pensano di incrementarne il sostegno. In tal modo emerge, per esempio, una differenza sostanziale tra Pdl-Lega, sostenitori della “libertà educativa”, e quindi del buono-scuola per chi sceglie istituti privati, e il Pcl, che chiede la “nazionalizzazione” di ogni scuola privata. Il Movimento Cinque Stelle esplicita la richiesta che le risorse finanziarie dello Stato siano “erogate solo alla scuola pubblica”. Una particolare attenzione alla scuola pubblica riservano anche Sinistra Ecologia e Libertà (“Abbiamo bisogno di scuole pubbliche di qualità in tutto il territorio nazionale, che operino in reale autonomia”) e Rivoluzione Civile (“Affermiamo il valore universale della scuola, dell’università pubbliche”).

Occorre peraltro sempre tenere presente che, nel bizzarro ordinamento italiano, in seguito all’introduzione della legge 62/2000 le scuole private sono entrate a far parte di un “sistema pubblico integrato”, per cui occorrerebbe sempre precisare se con “scuola pubblica” si fa riferimento a “tutte le scuole” (includendo, senza dirlo, le scuole private cattolicamente orientate) o invece alla “scuola di tutti” (ossia le scuole statali, che non obbligano genitori e studenti ad aderire ad un progetto educativo religioso). Il Pd, principale promotore del “sistema pubblico integrato” (la legge fu approvata con il governo D’Alema), propone “un piano straordinario contro la dispersione scolastica, soprattutto nelle zone a più forte infiltrazione criminale” e “misure operative per il diritto allo studio”.

Nessun programma accenna all’introduzione del divieto di svolgere attività pastorali o di proselitismo durante l’orario di lezione. Il Pcl è l’unico partito tra quelli analizzati che propone esplicitamente l’abolizione dell’insegnamento della religione cattolica. Futuro e Libertà è invece l’unico che accenna a un investimento nell’educazione civica (“più ore, più insegnanti”). Il programma della Destra si caratterizza per l’affermazione che “Il sistema formativo di ogni ordine e grado e l’Università devono essere improntati alla trasmissione dei saperi finalizzata alla formazione di individui dotati di senso critico e autonomia di giudizio, senso di responsabilità e spirito di sacrificio, lealtà e correttezza”, mentre RC intende “garantire a tutte e tutti l’accesso ai saperi, perché solo così è possibile essere cittadine e cittadini liberi e consapevoli, recuperando il valore dell’art.3 della Costituzione”. Il Pd è invece l’unico a darsi come obbiettivo “una società della formazione lunga e permanente”.

Nessuna lista ha dedicato attenzione alla promozione della conoscenza dell’evoluzionismo e al contrasto delle pseudoscienze e delle affermazioni paranormali.

Per quanto riguarda invece la ricerca, Lega e Pdl propongono il raddoppio della detassazione degli utili reinvestiti in ricerca. La lista del premier Monti intende “incentivare in particolare gli investimenti del settore privato, anche mediante agevolazioni fiscali e rafforzando il dialogo tra imprese e università”. Anche Rc, oltre ad affermare il “valore universale della ricerca pubblica”, propone un “premio fiscale” per chi investe in ricerca e innovazione. Il M5s propone di investire nella “ricerca indipendente attingendo ai fondi destinati alla ricerca militare” e la possibilità di destinare l’8 per mille alla ricerca medico-scientifica; rivendica altresì “la libertà di ricerca sulle cellule staminali embrionali”. Più articolate le proposte di Sel: un “piano straordinario per l’immissione in ruolo di ricercatori a tempo determinato attraverso uno speciale programma di assunzione”, “favorire la creazione di spin-off dalla ricerca pubblica, semplificare le start-up, puntare a progetti di finanziamento di consorzi misti pubblico/privato con un sostanziale cofinanziamento da parte del privato e garantire agevolazioni fiscali per la promozione degli investimenti dei privati in una ricerca di qualità”.




Lasciare un commento