martedì 29 novembre 2022 - Lorenza Morello

Ischia, cronaca di una morte annunciata

È davvero triste e svilente la manfrina cui sempre si assiste quando si verificano accadimenti come quelli di Ischia e Casamicciola. 

Da ore è un susseguirsi di esperti e amministratori locali che cercano il colpevole (taluni sono addirittura arrivati ad incolpare i cittadini), e chi come me da tempo si occupa anche di immobiliare rimane basito nel constatare che nemmeno uno di questi soggetti, anziché parlare di condoni, abbattimenti e simili non si ponga un banale interrogativo: ma quando queste case vengono costruite, quando il cantiere chiede i permessi (se li chiede) o quando il cantiere apre (perché, vi svelo un segreto, le case non spuntano come funghi nella notte, ci va tempo per costruirle) se anche sia un abuso e quindi non siano stati chiesti/concessi i permessi, chi deve controllare, dove sta? Lo scopriamo sempre dopo che quelli erano territori a rischio? E dei canali di scolo da pulire, degli argini dei fiumi da manutenere e delle copiose tasse che ai cittadini vengono chieste per i cosiddetti “servizi” chi ne parla? E quei soldi e quei servizi dove sono finiti in tutti questi anni? Forse i morti hanno la risposta.

E non mi si venga a raccontare del cambiamento climatico e dell’emergenza climatica, per cortesia. Che da anni sappiamo bene (specie in Italia) che non è la terra che trema o il fiume che esonda o la pioggia ad uccidere, ma sono le case costruite male che tolgono la vita.

E, ancora, perché negli annali della storia passata ricordiamo l’eruzione del Vesuvio narrata da Plinio ma molto poche sono le cronache di ponti crollati, fiumi esondati o dimore travolte che mietono vittime? 

Forse perché un tempo la saggezza insegnava a tutti che in certi luoghi non si costruisce. Perché solo così si può parlare di tragedia.

Diversamente, come a Ischia, è purtroppo solo la cronaca di una morte annunciata.

Foto di Giorgio Sommer (1834-1914)




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