martedì 19 gennaio 2016 - ggv84

#IoStoConIacopo e contro la follia dei fan di Salvini

La faziosità politica e l’hate speech hanno toccato il culmine. A farne le spese stavolta è un giornalista disabile, Iacopo Melio, promotore della campagna nazionale #vorreiprendereiltreno, che mette a fuoco il problema del rapporto tra soggetti portatori di handicap e i trasporti pubblici, causa barriere architettoniche.

Ma Iacopo ha un grave difetto: come scrive sul suo blog, odia ogni tipo di etichetta e convenzione sociale: il qualunquismo, la superficialità, i conservatori, i fanatici, il razzismo e i vuoti di pensiero, chi non rompe gli schemi, chi non sogna forte.

E’ pertanto impossibile per lui restare indifferente nei confronti dei post di Matteo Salvini, odio puro che farebbero prudere le mani (sulla tastiera) persino a San Francesco. Soprattutto perché l’odio in questione è frammisto a una serie di notizie superficiali o addirittura frutto di disinformazione. Una cosa è la democrazia, un’altra è la calunnia. Peggio ancora se finalizzata ad accrescere il consenso politico.

Uno dei tanti pescati dal mazzo di Salvini (per lo più uguali tra loro): “Il kamikaze che ha fatto 10 morti a Istanbul era un 27senne siriano, entrato come profugo che aveva chiesto asilo politico. Intanto in Italia continua a entrare chiunque…”

La risposta di Iacopo pertanto non si fa attendere“E intanto Lei continua a fare sciacallaggio su certi tristi avvenimenti, frutto della pazzia umana che può riguardare tutti indistintamente, e non per forza derivanti dalla religione o dall’immigrazione… pur di fare campagna elettorale. Facciamo uscire dall’Italia i delinquenti, ma pure i socialmente inutili… tipo i politici che, anziché lavorare, passano delle ore sui social a fare terrorismo psicologico. Che dice?

P.s.: comunque, “per la cronaca”, il ragazzo in questione non era siriano ma saudita, e semplicemente proveniva dalla Siria. Ma non col barcone, in aereo”.

Non lo avesse mai detto: Iacopo viene ricoperto di insulti. E non solo con i sempreverdi “comunista”, “terrone” o “gufo”, ma con epiteti insolenti mirati alla sua condizione fisica: Il signore doveva paralizzarti le mani e non le gambe”, “Trovati un lavoro anche se sei storpio”, “Io spero che questo Iacopo Melio muoia”, “Sei un poraccio, Provo stima per il bullo che ti buca le ruote della sedia”,Tu invece cosa fai per essere socialmente utile?”, “Non è che perché sei disabile puoi venire a insultare e rompere i co***oni alla gente, nulla cambia, devi comunque portare rispetto, non sei speciale”.

Commenti che non richiedono ulteriori commenti, se non una considerazione: sarebbe il caso che perlomeno Matteo Salvini si dissociasse da tali espressioni. Sarebbe grave se ciò non accadesse, visto che si vorrebbe prestare a rappresentare una parte della società del nord-Italia. Un nord che a questo punto lo si potrebbe immaginare lontano dagli ultimi nel senso “fisico” del termine. Men che mai si potrebbe addirittura pensare che Salvini sposi la causa dell’abbattere le barriere architettoniche.

La “condanna” di un leader è anche quella di essere un “educatore” nei confronti della coorte che rappresenta. Quindi le scuse dovrebbero essere d’obbligo, anche in considerazione del fatto che nel web se ne sta parlando parecchio, al punto da aver attivato una petizione online.

Chiedere scusa e placare gli animi dei suoi fans sarebbe obbligatorio e non costerebbe nulla. Pare strano che Salvini abbia il tempo di postare qualsiasi corbelleria, addirittura i complimenti a Checco Zalone, a cui ha proposto di fare il ministro della Cultura nel suo governo (Si, avete letto bene, sic!).

E’ vero che Salvini con le parole è talmente violento che dovrebbe chiedere scusa per ogni sua parola. Ma questa volta si è decisamente toccato il fondo.

Chiedi scusa, Matteo. Sarebbe la prima cosa giusta che diresti.

Altrimenti si è costretti a pensare che oltre coi profughi e coi meridionali, Salvini ce l’abbia pure coi disabili.




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