Inps in rosso

Si ricomincia a parlare delle pensioni, che non aumentano con il crescere del costo della vita, e si parla anche delle pensioni future, quelle che si baseranno esclusivamente sui contributi versati. Le previsioni non sono rosee. Anche con il massimo numero di anni di servizio, queste pensioni non arriveranno mai a eguagliare l’ultimo stipendio percepito.
Un altro tema caldo sono le “finestre” pensionistiche, ovvero quelle poche opportunità che consentono , anche a chi non ha ancora raggiunto i 67 anni, di andare in pensione.
Si parla anche delle pensioni d’oro, soprattutto quelle dei politici, che suscitano un particolare risentimento. nella popolazione.
Questo perché, dopo una sola legislatura di cinque anni, un politico ha diritto ad una pensione quando raggiunge i 67 anni.
Nel frattempo, si parla poco delle indagini della Guardia di Finanza sui falsi invalidi, compresi i cosiddetti “finti ciechi”.
Poco si è discusso del grave compito affidato all’INPS, che si trova a dover gestire le casse pensionistiche di singole categorie professionali, quando queste falliscono, facendo ricadere i pensionati sotto la responsabilità dell’INPS.
Ancora meno attenzione è stata data al sacrificio fatto anni fa dai dipendenti pubblici, che avevano una gestione autonoma delle pensioni, un sistema che funzionava, ma che fu successivamente assorbito dall’INPS con l’obiettivo dichiarato di operare un risparmio.
Tuttavia, raramente si discute del bilancio dell’INPS, per capire se ci siano risorse sufficienti a coprire il costo delle pensioni attuali.
La previsione di bilancio per il 2025, come riportato in un comunicato stampa dell’INPS di dicembre 2024, presenta i seguenti numeri:
L’INPS prevede di incassare circa 280 miliardi di euro dai contributi dei circa 19 milioni di lavoratori dipendenti, o meglio dai loro datori di lavoro.
Tuttavia, l’INPS avrà bisogno di ulteriori 52 miliardi da parte dello Stato per coprire il pagamento delle pensioni.
Nonostante ciò, l’INPS non si trova in attivo, avendo chiuso il 2024 con un debito di 10 miliardi di euro che non verrà saldato nel 2025. Il suo patrimonio stimato ammonta a circa 18 miliardi.
Inoltre, l’INPS si occupa anche del pagamento di assegni familiari e bonus per le famiglie, con un costo pari a 27 miliardi, soldi forniti dallo stato.
L’INPS è anche responsabile dei pagamenti legati al reddito di cittadinanza, oggi trasformato in reddito di inclusione, per un totale di circa 6 miliardi a carico dello Stato.
Altri 5 miliardi sono destinati a ristori e cassa integrazione, sempre a carico dello stato
Un aspetto positivo riguarda la crescita dell’occupazione regolare, che porta a un aumento dei versamenti contributivi all’INPS. Questi versamenti contribuiranno a finanziare i 280 miliardi necessari per le pensioni, insieme ai 52 miliardi aggiuntivi provenienti dallo Stato.
Tornando ai numeri più rilevanti, il costo complessivo delle pensioni per il 2025 è stimato in oltre 320 miliardi di euro. Di questi, 280 miliardi proverranno dai contributi versati dai datori di lavoro, mentre oltre 50 miliardi sono a carico dello Stato.
Lo Stato, nel frattempo, continua a far fronte ad un debito pubblico di 3.000 miliardi di euro, con un costo annuale di 100 miliardi per il solo pagamento degli interessi sul debito.
Per quanto riguarda gli aumenti delle pensioni, si prevede un incremento dello 0,8%.
La domanda è: si può fare di più per le pensioni e come?
Da anni ai singoli contribuenti è stato suggerito di ricorrere al. secondo e al terzo pilastro.
Si tratta in entrambi i casi di piani di accumulo che alla fine consentono di integrare la pensione. In entrambi i casi ci sono delle facilitazioni da parte dello stato.