Indivisibili, di Edoardo De Angelis
Protagonista del film è l'ambiente dove il regista e sceneggiatore Edoardo De Angelis ha “immaginato” la sua storia, più delle due angeliche sorelle gemelle – 18enni nei loro personaggi - letteralmente “unite per la pelle”, che cantano nelle feste di comunioni e matrimoni del circondario. Il loro agente è il padre, senza scrupoli e che non tiene nel minimo conto la volontà delle ragazze, sfrutta la loro dipendenza che è quasi schiavitù, ne accumula i ricavi per spenderli a suo modo. La vicenda è immaginata ma trae spunto abbondantemente dal sottobosco della regione: qui siamo tra Castelvolturno e Baia Domizia. C'è il degrado, storie sordide di violenza e sopraffazione, vite d'espedienti, mercificazione della fede, qui rappresentata da un prete che ha fattezze e comportamenti da boss. Tutto questo ambiente si intravvede dai primi fotogrammi, quando delle prostitute tornano alle loro case in un'alba buia, è come la presentazione di un luogo e delle sue condizioni di vita.
Le immagini sono grottesche, caricatura (ma non tanto) di un mondo che esiste davvero, creature umane trasfigurate – anche per effetto delle riprese - per le caratteristiche che devono impersonare e per i modi di condurre le loro vite: viene dal padre e dal prete consigliato alle due sorelle di restare unite per le anche, di non farsi operare per la separazione – del resto per uno sono fonte di guadagno e per l'altro attrazione per eventi “religiosi” - viene detto loro che solo così possono condurre una vita agiata e di un certo successo, sfruttando la loro situazione di cantanti Indivisibili, che separate vivrebbero di stenti come i tanti attorno a loro.
E' un buon film, originale e con fantasia e molto, molto triste, arricchito da canzoni campane e dalle musiche di Enzo Avitabile. Gli appartenente al cast sono di ottimo livello e danno il carattere giusto alle loro parti: Antonia Truppo come madre delle gemelle, le sorelle Marianna e Angela Fontana, Gianfranco Gallo che è l'equivoco prete Don Salvatore, Massimiliano Rossi nella parte del papà-impresario, Peppe Servillo che è il medico e, come seduttore circondato da donne e ricchezze, Gaetano Bruno. Altra cosa degna di nota del film di De Angelis è che gli immigrati sono bene inseriti nella povera comunità, forse era sua intenzione di mostrarlo, mentre lo stesso non avviene in strati sociali pure essi poveri, ma di apertura mentale.