sabato 30 maggio 2020 - Slow Revolution

Indice di sviluppo umano, in declino dopo 30 anni

Per la prima volta dal 1990 l’indice di sviluppo umano potrebbe essere in declino. È quanto emerge dallo studio “Covid-19 and human development” dell’United Nations Development Programme (Undp), il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo. 

A decretare la flessione dell’indicatore è la crisi sanitaria che ha coinvolto più di 7 miliardi di persone di 183 paesi del mondo provocando oltre 300.000 decessi. La diffusione del virus, infatti, influirebbe in modo negativo sul mix di indicatori di istruzione, salute e vita che costituiscono l’indice di sviluppo umano. Tra i fattori in declino ci sarebbe la riduzione del reddito pro capite globale del 4% e, soprattutto, un forte calo della scolarizzazione primaria con il 60% dei bambini a non avere accesso all’istruzione.

Un problema registrato in tutte le nazioni del mondo, ma con effetti più marcati nei paesi in via di sviluppo dove l’accesso a internet è modesto o, in alcune aree, nullo. La scarsità di collegamento avrebbe impedito le lezioni a distanza lasciando l’86% dei bambini delle nazioni povere senza istruzione primaria, percentuale che scende a 20 punti nei paesi con alto sviluppo umano.

Una situazione destinata a fare incrementare ulteriormente le già alte disuguaglianze presenti tra nazioni povere e ricche. Inoltre, sottolinea il rapporto, nei paesi in via di sviluppo avrebbero minori capacità di far fronte alle ricadute sociali ed economiche della pandemia rispetto alle nazioni più ricche. La carenza dell’accesso al web delle nazioni del Sud del mondo avrebbe ripercussioni pure sulle cure mediche e sul redditto per l’impossibilità di usufruire di assistenza sanitaria a distanza e di operare con il telelavoro.

Altro effetto negativo del coronavirus sarebbe l’incremento della disuguaglianza di genere, con le donne e le ragazze a pagare il prezzo più alto in termini economici, di sicurezza lavorativa e di violenza di genere. Una situazione drammatica mai registrata negli ultimi 30 anni che potrebbe essere mitigata, sostengono i ricercatori, destinando appena l’1% del denaro stanziato a livello globale per fare fronte all’emergenza sanitaria al potenziamento del web nelle aree più disagiate.

Nel rapporto Undp sono presenti anche alcune raccomandazioni per affrontare la complessità di questa crisi: “protezione dei sistemi e dei servizi sanitari; intensificare la protezione sociale; tutela dell’occupazione, delle piccole e medie imprese e dei lavoratori del settore informale; far funzionare le politiche macroeconomiche per tutti; e promuovere la pace, il buon governo e la fiducia per costruire la coesione sociale”.

Il rapporto completo è consultabile qui




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