mercoledì 12 agosto 2015 - Angelo Cerciello

In good company racconta la storia di un uomo in profonda crisi esistenziale

In good company è un film del 2004 di Paul Weitz. Dan Foreman è un direttore commerciale per la rivista “Sports America”. L’uomo ha due figlie e la moglie aspetta un terzo figlio. La società per cui lavora Dan viene acquisita da unamultinazionale, ossia la Globecom. A questo punto il posto di lavoro di Dan viene preso da Carter, un giovane che ha la metà degli anni di Dan.

Carter è un giovane brillante e avvenente: egli pensa solo al lavoro e forse proprio per questo viene lasciato dalla moglie. Carter, nel suo lavoro, promuove il concetto di sinergia, concetto portato avanti dalla Globecom. Carter è costretto a licenziare diversi dipendenti. Egli non licenzia Dan perché lo ritiene un ottimo elemento. Una sera Carter va a cena da Dan e conosce sua figlia Alex, una ragazza molto carina.

In seguito Alex e Carter si incontrano in un bar nel centro di New York: la ragazza si è da poco trasferita a New York per frequentare la New York University. Tra i due ragazzi nasce una storia amorosa ma Dan viene a saperlo casualmente e si arrabbia molto con la figlia e da un pugno in faccia a Carter. Poi Alex lascia Carter.

Dopo, nel film, nasce il terzo figlio di Dan. Quasi a fine film la Globecom viene venduta e Carter viene licenziato mentre Dan occupa il suo vecchio posto di lavoro. Dan riassume anche alcuni elementi che erano stati licenziati e offre un lavoro a Carter: da tempo i due si sono riappacificati e ora sono di nuovo in buoni rapporti. Il film finisce con Dan che chiama a telefono Carter per fargli sapere che ha avuto il suo terzo figlio: non molto prima nel film i due si erano abbracciati e Dan aveva detto a Carter che è un bravo ragazzo.

Un film che parla dei rapporti umani, un film che parla del senso della vita: ebbene, In good company sembra un film “leggero” ma in realtà è un film oltremodo profondo che pone tante questioni. Un film che parla anche dicontatto umano, un film che parla anche di solitudine e di profonda crisi esistenziale. Il personaggio di Carter subisce una profonda trasformazione dall’inizio del film alla fine dello stesso: da lavoratore arrembante e pieno di energia diventa un uomo tormentato e in piena crisi, un uomo in lotta con se stesso.

La commedia in questione racconta i rapporti e le rivalità fra colleghi di lavoro. L’opera racconta anche il problema della mobilità e lo fa in modo non troppo triste e angosciante. Un film complesso che sembra premonitore di tutto quello che succederà negli anni successivi alla sua uscita. Bella la scena finale di Carter che corre su una spiaggia, finalmente “libero” dall’oppressione del ritmo lavorativo e di tutte le “cose” che girano intorno al mondo del lavoro. Soprattutto quando ha dovuto licenziare molti suoi dipendenti, Carter è stato spietato e senza scrupoli. Un periodo, quello appena citato, che per Carter è stato senz’altro traumatico.




Lasciare un commento