giovedì 8 ottobre 2009 - bruno piano del balzo

In Italia c’è un solo servizio pubblico: Radio Radicale

Informazione. Libera. Negata. A senso unico. In mano al potere. Colpa di Berlusconi? Ma prima di lui, c’era un’informazione democratica? Saviano dice: "Potere e verità non vanno mai d’accordo". Penso abbia ragione.

Si parla tanto d’informazione, che ora non ci sarebbe più perché al governo c’è una persona che è anche proprietaria di televisioni. Ha in mano l’informazione come imprenditore e come governante. Verissimo. E’ un’anomalìa tutta italiana. Ma pensare che prima dell’avvento di questo cialtrone della società italiana, ovvero Berlusconi, ci fosse un’informazione libera e democratica significa mistificare la realtà. Coloro che oggi manifestano sono gli stessi che hanno negato per anni una libera informazione, hanno taciuto al paese le notizie scomode.

Quel che penso della classe giornalistica italiana lo dico da tempo. E’ la peggiore categoria di lavoratori in assoluto in Italia. Peggio dei politici. Servitori di regime, o incompetenti, incapaci. La carta stampata non si salva. Se in tv i telegiornali sono assoggettati ai partiti, i giornali stampati sono in mano agli editori, contro i quali non si può certo parlare male.

Corriere della Sera e La Stampa si barcamenano in una loro conduzione equidistante dai partiti. Poi ci sono quelli faziosi, di parte, come Repubblica, L’Unità o Il Tempo. Il Messaggero si è sforzato negli ultimi anni a dare, di ogni tema cruciale, due pareri opposti. Quello che dovrebbe essere il giornalismo per me. Poi che dire di quelli come "Libero" o "Il Giornale"? Per me non sono buoni neanche come carta igienica, mi sporcherei di nuovo. 

In Italia l’unico servizio pubblico da 40 anni è Radio Radicale, senza timore di smentita. L’unica che dà voce a tutti i partiti, che dà voce agli ascoltatori senza censure o filtri, che ci fa sapere cosa succede in Parlamento, che trasmette i congressi di tutti i partiti, dei sindacati, i processi più importanti, i fili diretti con i vari deputati e senatori, ecc. 

Onestà intellettuale vorrebbe che anche gli avversari o gli indifferenti alla politica lo riconoscessero. Ma le verità spesso sono scomode. O talmente accecanti, come il sole, che ci si ripara da esso.




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