mercoledì 8 novembre 2023 - Attilio Runello

Il terremoto turco e quello afgano

Dal sito istituzionale del governo turco dell'ente AFAD che si occupa della gestione dei terremoti apprendiamo che la metà dei soldi raccolti per alleviare le difficoltà delle aree colpite dal terremoto sono state consegnate ai diretti interessati o tramite alloggi o in danaro.

 Dalle immagini si capisce che esistono ancora tendopoli bianche e ordinate dove è accampata parte della popolazione. L'ente comunica di aver già iniziato la costruzione di nuovi alloggi. Le abitazioni che non hanno retto al terremoto erano realizzate con cemento di scarsa qualità. Diversi costruttori sono sotto processo. Il governo turco inoltre ha inviato un pacchetto di aiuti al popolo afgano colpito dal terremoto nella regione di Herat. L'aiutò consiste in 156 tende, 1000 coperte e medicinali. I dati ufficiali parlano di oltre 11.200 morti accertati: in Turchia sono stati estratti dalle macerie 8.574 corpi e in Siria sono stati contati almeno 2.662 morti, secondo le autorità e i medici. Numeri destinati a salire in entrambi i Paesi, a fronte di 40.910 feriti nella sola Turchia (oltre 2mila in Siria), e delle migliaia di condomini crollati e, soprattutto in Siria, della carenza di macchinari e strumenti necessari a venire in soccorso di chi ancora si trova sotto le macerie, con strade interrotte dai danni causati dalle scosse e temperature molto basse. In Siria sono 300mila gli sfollati solo nei territori sotto il controllo del governativo. L'Italia aveva mandato delle squadre di soccorso immediato in Turchia e in Siria. Non risulta che sia riuscita a mandare aiuti in Afghanistan. I media italiani per questi drammatici eventi insieme agli altri avvenuto in Marocco - un terremoto - e in Libia - una alluvione della città di Derna - hanno coperto gli eventi per la prima settimana. Dopo gli eventi sono caduti nel dimenticatoio. Adesso tutti gli spazi sono occupato dal conflitto nella striscia di Gaza.




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