giovedì 2 febbraio 2017 - Piero Tucceri

Il terremoto, la slavina e l’umana stupidità

Sembra sia drammaticamente vero che l'uomo rechi l'innata vocazione all'autodistruzione. Da sempre, egli agisce contro la propria conservazione. Nonostante ci siano anchecoloro i quali, come i credenti nelle diverse fedi religiose, sostengano la sua incolpevolezza nei confronti di determinate contingenze. Secondo costoro, eventi come i terremoti o le slavine, sarebbero mandati da Dio, il quale ci amerebbe ”follemente”, come suole ripetere il quotidiano “Avvenire” (1).

Stando alla loro opinione, ogni tanto Dio sarebbe costretto a punire l'uomo nell'intento di ricondurlo sulla retta via verso il Paradiso. Ne consegue che tanti sprovveduti si riuniscano nei luoghi di culto per ascoltare le insensate prediche del prete di turno. Il quale, però, a quel punto, non sa più cosa propinargli. Ovviamente, non può ripetergli che certe disgrazie le abbiano meritate. Perché questo si poteva dire una volta. Nel passato. Così che, quelle cerimonie collettive risultano benefiche soltanto per coloro che si sentano in quel modo meno soli. Poiché è imbarazzante per il prete addurre argomenti convincenti e consolatori di fronte a certe immani tragedie.

Il dato vero, quello obiettivo, riproposto dalla situazione determinatasi nei giorni scorsi, è invece un altro: ed è che la vita sulla terra non sarebbe possibile senza il mare di magma che ci ribolle sotto i piedi, ad appena qualche chilometro di profondità: un magma che periodicamente si agita, producendo sconquassi ambientali. Come è successo nel caso dell'Hotel Rigopiano, originariamente sorto come mera baita. Peccato che poi, come capita sempre più regolarmente in Italia per il nefasto intervento di amministratori senza scrupoli, sia puntualmente giunta l'immancabile sanatoria: vale a dire uno di quegli scellerati provvedimenti concepiti da menti incompetenti e corrotte, nel chiaro intento di rimpinguare le casse delle amministrazioni locali e centrali (2,3).

Risulta ormai evidente che quell'hotel sorgeva in una conca fra le montagne del Gran Sasso. Si offriva pertanto al rischio di valanghe. Ad aggravare ulteriormente la situazione, concorreva il fatto che lo stesso ricadesse all'interno di un'area altamente sismica. Pur tuttavia, non solo ne fu consentita l'edificazione, ma i soliti incoscienti lo elessero pure come luogo di vacanza, quando era di agevole acquisizione il fatto che, soggiornare in quello stabile, significava proprio andare a cercarsela (2,3).

Adesso, con il senno del poi, come di prammatica, interviene la magistratura. Dopo la fuga dei buoi, si cerca di chiudere la stalla. E, per di più, con la quasi certa prospettiva di non giungere ad alcuna conclusione pratica. Non si capisce infatti su cosa essa pretenda di indagare, dopo che i reati configurati da quell'abuso edilizio siano caduti ormai in prescrizione (2,3).

Intanto, lo sgoverno Genticloni si è prodotto nel consueto, quanto inutile sforzo, di stanziare appena una manciata di euro per questa emergenza, stornandola con fatica dall'inutile contributo versato a quell'autentico carrozzone mangiasoldi conosciuto come Europa Unita. Si tratta, indubbiamente, di un contributo assolutamente inadeguato per fronteggiare la gravità della situazione prodottasi. Esso torna però utile a questo sgoverno per tenere buona la gente: quella stessa gente divenuta ormai completamente afasica e rassegnata a perire stupidamente per le macroscopiche omissioni di coloro che elegge come suoi rappresentanti. Tale contesto socioantropologico, si spiega anche alla luce dell'ignoranza penalizzante la massa, se è vero che quasi il 70% della popolazione sia strutturalmente illetterata e perciò incapace di recepire il senso di un testo scritto o di un ragionamento. Forse soprattutto per questo, si seguita a morire stupidamente come nei giorni scorsi (4,5,6).

Un così avvilente contesto sociale, richiama alla mente il terremoto di Lisbona, nel 1755, il quale, per la sua gravità, sembrò scuotere gli animi della gente, tanto da indurre Voltaire a comporre un poema. Quell'evento contribuì anche a mandare in crisi la visione di Leibniz sul migliore dei mondi possibili creati da Dio. Purtroppo, però, da allora si sono ripetuti altri eventi sismici, molti dei quali più gravi, senza che la gente ne abbia tratto il benché minimo insegnamento (7).

Alla luce di queste amare considerazioni, cosa si può aggiungere alla disgrazia dei giorni scorsi? Si può soltanto prendere atto del fatto che la Natura non si curi di noi e delle nostre miserie dettate esclusivamente da interessi economici. Essa crea e distrugge. Incessantemente. Ecco perché, di fronte all'irrimediabile stupidità umana e a un quadro istituzionale sempre più “sgarrupato”, per le inevitabili disgrazie future non rimane altro da fare che affidarsi a quanto suggerito dal titolo del libro di Marcello D'Orta: “Io speriamo che me la cavo” (8).

 

 

 

 

 

Riferimenti:

1)https://www.avvenire.it/papa/pagine/il-papa-l-amore-pazzo-di-dio-piange-la-nostra-infedelta

2)http://www.ilgiornale.it/news/cronache/quellhotel-era-abusivo-indagati-furono-tutti-assolti-1353734.html

3)http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/12286151/hotel-rigopiano-bechis-non-doveva-neanche-esistere.html

4)http://www.lastampa.it/Page/Id/6.1.3041042016

5)https://www.reportonline.it/Politica/bersani-e-l-illetteratismo-politicante.html

6)https://www.reportonline.it/Societa/analfabetismo-ancor-peggio-e-illetteratismo.html

7)http://www.fondazionefeltrinelli.it/wp-content/uploads/2016/08/Francois-Marie-Arouet-de-Voltaire-Poema-sul-disastro-di-Lisbona.pdf

8)https://it.wikipedia.org/wiki/Io_speriamo_che_me_la_cavo_(libro)




Lasciare un commento