mercoledì 29 settembre 2021 - Alberto SIGONA

Il sogno di Napoli

Per il Napoli sembra davvero l'anno buono... La possibilità che l'utopia tanto bramata si converta in meravigliosa realtà è tutt'altro che remota..

Nell'ultimo decennio lo abbiamo più volte ipotizzato, intuito, fiutato, profetizzato. Ne abbiamo scorto il suo bel profilo dai contorni sfumati, intravedendone l'ombra sbiadita, sentendone persino l'aroma gradevole, ma puntualmente si rivelava un'apparizione fugace, effimera, ingannevole, destinata a scomparire fra i crepacci delle speranze mal riposte, cedendo il posto alla fredda e monotona realtà. Ma stavolta la sua sublime figura si sta palesando in maniera più chiara, il suo volto lo si può scorgere distintamente (o quasi), senza il rischio, se non infinitesimale, di essere fuorviati. E se ci si concentra meglio vi si può persino ammirare parzialmente il suo splendore. Sì, è proprio lui, non ci sono più dubbi, non ci sono più perplessità. È colui che una città intera attende spasmodicamente, col cuore gonfio di desideri soavi, da molti, troppi anni. Certo, vi si interpone ancora una certa distanza, e per toccarlo con mano occorreranno parecchi mesi e una dose non trascurabile di pazienza (e si dovrà auspicare che non ci si metta di traverso il fato malandrino), ma almeno adesso sappiamo dove si trova e che strada imboccare per raggiungerlo. Il che non è poco, a fronte di decadi in cui ci si doveva muovere nell'oscurità più profonda, rischiando di precipitare fra gli strapiombi della supponenza e della superbia. Sicché la possibilità che l'utopia tanto bramata si converta in meravigliosa realtà non è più remota, tutt'altro...

BIG LUCIANO AND FRIENDS

Lo Scudetto è veramente alla portata del Napoli, e finalmente, per i partenopei s'intende, potrebbe non rimanere il solito delirio di fine estate. La squadra c'è, e non è mica un abbaglio. Ad iniziare dal trainer Luciano Spalletti, un professionista serio e navigato che dalle sue compagini ha quasi sempre tratto il massimo sindacale e persino qualcosina di più, sfiorando in qualche occasione il Titolo Nazionale (vinto peraltro in Russia), in certi casi sfuggitogli soltanto per circostanze sfortunate od episodi fortuiti. E la rosa è di prim'ordine, col reparto arretrato blindato da gente come Manolas, il neo campione d'Europa Di Lorenzo e soprattutto Koulibaly, il quale potrebbe trovare la vera consacrazione dopo anni un po' altalenanti; la mediana può invece puntare sulla classe e la fantasia dei vari F. Ruiz, Zielinski ed Anguissa; il fronte offensivo, dal canto suo, è tutta un'effervescenza naturale, con Lozano, capitan Insigne e compagnia che da questa stagione possono avvalersi dell'esplosione del nigeriano Osimhen, che potrà rivelarsi l'uomo in più della banda di Aurelio, facendo compiere il decisivo salto di qualità ad un team che in fondo è lo stesso dello scorso anno, ma nell'ultima stagione si è adempiuto a quella sorta di prove generali propedeutiche a perseguire certi traguardi sibaritici. Insomma, dopo il rodaggio del caso, il 2022 potrebbe essere seriamente il famigerato anno della vendemmia tanto attesa.

PROFUMO DI VIOLA ED ESSENZA DI....

Potrebbe approdare a qualche lido proibito, seppur con le dovute proporzioni ridotte, pure la Fiorentina di Vlahovic, Bonaventura e N. Gonzalez, autrice di un inizio di torneo coi botti, di quelli che lasciano presagire letizia e prosperità, coi viola che si candidano ad essere la lieta sorpresa di questo campionato, con il permesso dell'Atalanta di G. Gasperini, sebbene la continuità di risultati straordinari e di annate colme di giubilo le permetta di essere considerata di diritto una bella realtà consolidata e non più la classica rivelazione di stagione destinata a confluire nell'eccezione. La Dea, se ci pensate, rappresenta l'essenza dello sport, dove nulla è scontato, dove anche le meno accreditate possono avere la meglio sull'aristocrazia conclamata. E non solo una tantum. Tutto ciò mentre la nobile Juventus stenta ancora a ritrovare se stessa ed il feeling con la gloria perduta in circostanze tutt'altro che misteriose. Ed il Milan che si gode il primo gol in A di Daniel Maldini, l'ultimo rampollo di una dinastia che ha scritto pagine indelebili di storia del calcio...

Alberto Sigona

 




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