lunedì 7 novembre 2011 - Federico Mascagni

Canicola 9: il segno nero del disagio

Canicola: associazione e poi casa editrice, fondata attorno alla figura di Edo Chieregato, studioso di Lorenzo Mattotti e promotore di autori nazionali e internazionali, giovani e già affermati, celebri o sconosciuti anche nel loro paese di origine. Curioso il caso di Yan Cong, di Pechino, che è stato letteralmente convinto a pubblicare per la prima volta assoluta una sua opera proprio con Canicola.

Poi c’è il progetto antologico Canicola. Una rivista di poche parole, un assemblaggio di segni e idee tematiche. Gentilmente Edo Chieregato mi ha donato a Lucca Comics uno di questi libri/riviste, e ho spontaneamente deciso di restituire l’omaggio dedicando alla rivista questo articolo.

Si tratta del numero 9 di Canicola; il tema è il confronto fra autori affermati e nuovi autori, mescolati fra loro, legati dal bianco e nero, veicolo di situazioni narrative suggestive, a volte disturbanti o angoscianti; segni differenti, dalle linee sgangherate di Alessandro Tota alla algida precisione di Gabriella Giandelli.

Ciò che intendo fare è segnalare ogni opera contenuta nel volume, riportando l’età di ciascun autore, perché il progetto di Chieregato è proprio quello di confrontare generazioni diverse.

  • Si parte con Musi di Camion dove Edo Chieregato (Castelmassa, RO, 1971) e Michelangelo Setola (Bologna 1980), in uno stile semplice, quasi grezzo, dedicano la loro attenzione grafica solo alle automobili che corrono sulle autostrade, ai camion, in particolare a uno con un misterioso carico vivente. Una storia parallela narra di un bifolco che sta per essere sradicato dalla sua vita tradizionale. All’autotreno corrisponde un trattore. La storia continuerà, se non sulla carta nella vita reale, con i traffici misteriosi e i processi di inurbamento.
  • Marino Neri (Carpi MO 1979), passato da pittore, stende larghe pennellate acquarellate, molto diluite, per mostrare parti tatuate di corpi.
  • Gianluigi Toccafondo, la prima “star” dell’antologia” (San Marino 1965), sotto l’intelligente proposta di Chieregato, si confronta a suo modo con il fumetto rivelandosi eccezionale narratore, lineare, in bilico fra tradizione e attualità, tra fiaba (Capuano) e cronaca nera. Il risultato è eccezionale anche graficamente, il lettering, bellissimo, diventa parte integrante delle tavole.
  • Mauro Corona (Carmagnola TO 1967) dissemina storie di briganti nell’antologia, mostrando nel suo stile fiorito una certa simpatia per queste figure ritratte come antiche ed eleganti, immerse in una natura dura e invernale; anche quando il protagonista è un Gandalf-Carmine Crocco, che fu, come alcuni briganti, un opportunista al soldo dei borbonici più reazionari, ma questa è un’altra storia.
  • Gabriella Giandelli (Milano, 1963) con 1981 scalda il suo stile preciso e virtuoso con un breve ritratto adolescenziale pieno di delicatezza e nostalgia.
  • Rosario Vicidomini (Nocera Inferiore (SA) 1986) è forse non a caso affiancato alla Giandelli per il suo virtuosismo, usa la grafite, credo, per regalarci cartoline di paesaggi americani, istantanee in b/n che ricordano Edward Hopper.
  • Vincenzo Filosa (Crotone 1980) racconta in modo lineare, sia dal punto di vista grafico che narrativo, una divertente storia estiva con un finale misterioso,
  • Anna Deflorian (Trento 1985) una linea sottile di matita, baloons e lettering semplici e quotidiani, trova un suo stile raffinato proprio nell’incertezza del tratto per una storia forse un po’ troppo intimista.
  • Lorenzo Mattotti (Brescia 1954), il padre nobile, accetta di confrontarsi con i giovani illustratori non senza qualche timore, racconta Chieregato, perché se è vero che per i giovani finire in una antologia con grandi nomi è responsabilità e opportunità allo stesso tempo, per chi si è già affermato a livello internazionale come Mattotti il confronto può essere rischioso, nel mostrare la maturità ma anche l’età della sua arte. Ne esce invece alla grande, con paesaggi metropolitani pennellati con velocità e decisione, intricati. Griglie, motivi floreali, palazzi e ciminiere dritti come fusi.
  • Samantha Luciani (Bologna 1983) segno deciso e un senso della tridimensionalità architettonico, narra la sua storia dentro una sorta di scenario teatrale che rappresenta un appartamento disordinato. 
  • Andrea Bruno (Catania 1972), petrolio nelle pipeline, china che investe le tavole, figure a cavallo che ricordano i controluce dei grandi dell’illustrazione italiana degli anni 60, un classico fra gli attuali.
  • Luca Caimmi (1978 Fano PU) una tecnica suggestiva (gessetti su fogli neri??) per delle tavole davvero belle, nulla da dire.
  • Giacomo Monti (Cesena 1975) è al telefono gentilissimo e piacevole, ma nei suoi fumetti lineari ed essenziali è di un cinismo continuo e crudele, non solo nella storia melò dell’antologia, ma mi riferisco a quelle più quotidiane del suo volume “Nessuno mi farà del male”, sempre di Canicola, dove trapela un profondo disprezzo per i looser.
  • Paper Resistance (Lecce 1974), quando la natura underground incontra le suggestioni feticiste e tecnologiche. Non una linea fuori posto. Lo stesso calore che si può provare toccando un muro di metallo di inverno. Un grande disegnatore.
  • Alessandro Tota (Bari 1982) altro pugliese giustapposto a Paper Resistance. Un fumetto quasi classico dal tratto veloce e traballante, una storia implicita di travestitismo, forse di omosessualità, sicuramente una serata passata in un baraccio di periferia di due borderline dall’aria sfigata.
  • Andrea Petrucci (Fano 1986) onestamente non convince nelle sue tavole dove vuole mescolare una gita campestre a scene ad effetto. 
  • Giacomo Nanni (Rimini 1971) alcune tavole graziose, ricordano per una irrazionale e ingiustificata associazione di idee, certa grafica pubblicitaria della fine degli anni 60.
  • Francesco Cattani (Bologna 1980) è bravo nel disegnare e raccontare un episodio notturno di un malato di alzheimer e di come l’intera famiglia ne viene coinvolta.
  • Edo Chieregato è riuscito perfino a farsi consegnare alcune pagine dei quaderni di Blu (Rompiscaglie PE 1979), nei quali appunta in modo meticoloso la realizzazione dei suoi progetti di mutazione zoomorfa e antropomorfa, rivelandosi (ma questo si era già intuito) un notevole disegnatore; fra gli appunti alcuni personali, quali l’orario della sveglia e la partecipazione a un torneo di biliardino in via del Pratello a Bologna.
  • Ed ecco sua maestà Stefano Ricci (Bologna 1966), convinto da Edo Chieregato (evidentemente grande persuasore) ad affrontare il fumetto, ben sapendo che ogni singola tavola di illustrazione per Stefano Ricci rappresenta un lavoro complesso, di stratificazione di idee e di materia pittorica. Il risultato è ovviamente eccezionale.
  • Ericailcane (Belluno 1980) e alcuni elementi caratteristici: gli animali, gli insetti, il suo “classico” topo col cappello a punta, in una trasformazione-carrellata cinematografica che finisce su un primissimo piano del topo addormentato.

Così si conclude l’antologia di Canicola numero 9, i giovani artisti e quelli affermati si confrontano. Pensierino finale: che Canicola continui nella sua missione di associazione culturale di monitorare e scoprire nuovi talenti, a livello internazionale e nazionale.




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