martedì 7 giugno 2022 - UAAR - A ragion veduta

Il ritorno del Ddl Zan, il pride e la sala del commianto di Roma: buone novelle laiche

Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.

Il Comune di Roma si sta attivando per istituire in ogni Municipio una sala del commiato, da poter utilizzare a prescindere dall’appartenenza religiosa o meno per le cerimonie funebri. Lo annuncia sui social il consigliere capitolino Daniele Parrucci, vice presidente della Commissione Lavori pubblici. «Sono felice che l’Assemblea Capitolina abbia approvato una mozione, di cui sono primo firmatario e per il cui contributo nella stesura ringrazio la collega Claudia Pappatà, che risponde alle esigenze di tante persone impossibilitate a dedicare l’ultimo saluto ai propri cari, se non in luoghi poco idonei per via della mancanza di spazi dedicati alla funzione laica di commiato, nel rispetto delle credenze di ciascuno». Attualmente infatti Roma, «Capitale d’Italia e città più popola del Paese», chiosa Parrucci, «aveva solo tre sale del commiato».

Il parlamentare Pd Alessandro Zan ha ripresentato, a sei mesi dall’affossamento in Senato, la proposta di legge contro omotransfobia e altre forme di discriminazione. L’iniziativa ha il sostegno del segretario Enrico Letta, annunciata in una conferenza stampa con le senatrici Monica Cirinnà e Simona Malpezzi: «la battaglia, che politicamente per noi non è mai stata abbandonata, riprende con un capitolo che è il deposito del ddl Zan nella sua versione originale». L’iter dovrà ripartire daccapo, per l’approvazione in entrambi i rami del Parlamento. Con le amministrative e i referendum del 12 giugno, già è previsto comunque uno slittamento nella discussione di questa e altre riforme. Se a destra l’opposizione è netta, tra le voci dissonanti c’è Elio Vito (Forza Italia), che ha scritto sui social: «Non è vero che esistono già le leggi, contro queste discriminazioni non esistono aggravanti specifiche. Non è vero che non sia una priorità, è invece urgente».

Con l’estate, è di nuovo tempo di pride. A Pesaro il corteo sfilerà il 18 giugno, ma già l’amministrazione ha espresso il suo sostegno. Il vicesindaco Daniele Vimini e l’assessora alla Crescita e Gentilezza Camilla Murgia annunciano il patrocinio del Comune all’iniziativa promossa dal comitato Marche Pride 2022, di cui fa parte anche il nostro circolo di Ancona. «Siamo molto felici di poter ospitare, per la prima volta, la manifestazione LGBTQIA+* della regione», hanno spiegato, «accogliere il Pride è fondamentale per trasmettere e promuovere i valori di uguaglianza». L’amministrazione ha già aderito alla rete Re.a.dy., coordinamento delle pubbliche amministrazioni contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere nel 2020: «Un atto di civiltà e rispetto, un’iniziativa che arricchisce il territorio di opportunità di scambio di esperienze e buone prassi con le altre amministrazioni partecipanti», ha spiegato il presidente del Consiglio comunale Marco Perugini.

L’annuncio dell’imminente condanna a morte di Ahmadreza Djalali, ricercatore di origine iraniana accusato di spionaggio, ha scosso anche le autorità italiane. Djalali ha infatti lavorato anche nel nostro paese, presso l’Università del Piemonte Orientale. Per questo il Consiglio regionale piemontese si è mobilitato, assieme al Comitato diritti umani e civili: i consiglieri, invitati dal presidente, durante una pausa dei lavori si sono riuniti il 10 maggio nel cortile di Palazzo Lascaris esponendo silenziosamente cartelli con la scritta #SAVEAHMAD.

La redazione

 




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