giovedì 20 febbraio 2020 - Camillo Pignata

Il programma delle sardine, terzo capitolo: l’antifascismo

Il discrimine tra un fascista e un democratico passa per l'antifascismo. Chi non è antifascista, non è democratico. Se la Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia non sono partiti antifascisti, non sono democratici. 

 

Il punto è perchè in una Repubblica nata dalla resistenza, possa essere consentito la convivenza di fascisti ed antifascisti. Questo può succedere quando si confonde l'antifascismo con “l'afascismo”, quando l'antifascismo è solo predicato e mai praticato, quando si consente ai fascisti di usufruire di tutti quei diritti e libertà previsti dalla costituzione antifascista che essi non riconoscono.

Questo può succedere quando i democratici si ostinano a dialogare con i fascisti, a consentirgli di entrare in parlamento, ad aver diritto di parola e con essa a propagandare e pubblicizzare le idee e i disvalori, aggiornati, del ventennio. La risposta a tutto questo, si chiama emarginazione dei fascisti e del fascismo.

Nessun rapporto con il fascismo e con i fascisti perché chi è contro valori che la resistenza esprime,non può essere un interlocutore delle forze democratiche. Nessun rapporto con i fascisti perché alla radice dello status di cittadino italiano, c'è la solidarietà l'uguaglianza l'umanità e chi ha trasformato la cattiveria e l'odio contro gli immigrati in un atto necessario di buon senso, non può essere la persona con cui prendere un caffè.

Interloquire con chi cavalca il fascio razzismo, nelle istituzioni rappresentative italiane ed europee significa rinnegare la storia e la civiltà, la resistenza la lotta antifascista e antirazzista da cui è nata la Repubblica Italiana, e il principio di solidarietà, da cui è nata la UE. Per questo chi è contro valori che sono alla radice dello status di cittadino italiano non può essere un interlocutore. Allora se incontrate un fascista o un afascista, non ci parlate, se incontrati in una trasmissione lasciate la trasmissione, se i fascisti vi attaccano sui social non rispondete, se li vedete in un programma tv non vedete quel programma, non comprate i prodotti pubblicizzati da quel programma. 

I “camerati” devono parlare da soli si devono ascoltare da soli. Non parlate di loro, di quel che dicono di quel che fanno. Parliamo di noi democratici di quello che diciamo di quello che facciamo. Non legittimateli con la vostra presenza, con la vostra attenzione.

Non pensate che la critica anche la più aspra, la più dura sia sufficiente ad emarginarli da contesto democratico. Se li criticate gli fate pubblicità, pubblicizzate le persone e le loro idee, gli date spazio per riprodurre un nuovo regime, un regime “marchettaro”, figlio della propaganda e dell’affare più che della fede e della convinzione.

E’ un regime, in cui l’autoritarismo non si esercita con l'intimidazione, ma con la manipolazione del cervello, il dissenso non viene represso, non con la forza, ma con l'annientamento della capacità critica dei cittadini.

E’ un regime, democratico nella forma, ma autoritario nella sostanza, in cui il fascismo diventa legge, non con la violazione della legge, ma in nome della legge.

 




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