martedì 20 ottobre 2015 - Andrea Campiotti

Il mondo rurale per le nuove professioni, la scuola e gli stili di vita dei giovani

Il terzo millennio vede l’agricoltura tra i protagonisti del mondo del lavoro: i dati delle organizzazioni di categoria dell’agricoltura ci dicono che sono cresciute di numero le aziende agricole e che sono sempre più numerosi i giovani che scelgono attività lavorative legate all’agricoltura. Secondo un’analisi della Coldiretti, gli under 34 che operano come imprenditori agricoli, coadiuvanti familiari e soci di coop agricole hanno superato le 70 mila unità, con un aumento del 35% di giovani occupati nell’ambito dell’agricoltura. I dati sono stati diffusi in occasione della consegna degli “Oscar Green” che rappresenta il premio per le imprese più innovative promosso dai giovani iscritti.

Oggi, in Italia, sono circa 3 milioni gli occupati nei green jobs e più di 100.000 le aziende agricole che grazie alla “multifunzionalità” dell’agricoltura hanno potuto sviluppare nuove attività di lavoro legate a tematiche ambientali, alla coltivazione di piante aromatiche e medicinali, all’agriturismo, alle produzioni bio, alla produzione di energia rinnovabile da biomassa, alla coltivazione di piante per la produzione di biocombustibili come colza, mais e barbabietola.

Come diretta conseguenza di questo fenomeno, sono nate nuove professioni: tecnico delle produzioni biologiche che si occupa di normative, sicurezza e qualità dei prodotti, “ecoauditor” ovvero il responsabile per le emissioni di CO2 (Anidride Carbonica) e dei consumi di energia, di acqua e di suolo nonché dei rifiuti e del loro riciclo. Un’altra figura professionale che, negli ultimi anni, si è affermata nelle aziende agricole è l’esperto di energia rinnovabile e di certificazioni ambientali dei cicli produttivi e dei prodotti.

Inoltre, trovano sempre più interesse, da parte dei giovani, le professioni di “esperto di biodiversità”, di “breeder”, ovvero una sorta di tecnico che si occupa di selezione genetica delle piante e degli animali di fattoria. Altre professioni sono, l’esperto di batteri e lieviti di interesse per la produzione di vino. Infine, una ulteriore specializzazione, nata di recente anche grazie all’EXPO Milano 2015, è rappresentata dal cosiddetto “narratore enogastronomico” che si occupa di illustrare le origini e la storia dei cibi, dei vini, del gusto e del benessere alimentare.

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Agriasilo Cascina del Torrione a Rivarolo Cavanase (Torino)

Accanto a queste figure professionali che trovano nella tecnica e nella scienza il loro comune denominatore, non possiamo dimenticare le numerose occupazioni basate soprattutto sulla creatività e il cambiamento delle abitudini e degli stili di vita. Infatti sempre più giovani si occupano di turismo enogastronomico, di orti biologici, di “Green Roof and Walls” (tetti e pareti verdi per gli edifici), di agri-asili, ovvero, asili sorti all’interno di aree agricole, fattorie e agriturismi. Negli agri-asili i bambini (da 3 a 6 anni) sono coinvolti in attività educative e ricreative all’esterno: fanno lezione all’aperto, coltivano l’orto, pranzano e fanno la merenda con prodotti biologici, anche quelli prodotti da loro. I bambini crescono così in un ambiente ricco di stimoli e a contatto con la natura, imparano cos’è il rispetto per gli animali e per l’ambiente, due valori che oggi sono spesso dimenticati dai genitori. L’offerta formativa degli agri-asili è rivolta anche a i più piccoli, ovvero quelli sotto i 3 anni, con gli agri-nidi. In Italia, le prime regioni ad accogliere questo tipo di iniziative sono state Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Piemonte e Trentino, ma ormai le richieste partono sempre più spesso anche da regioni del Sud, come la Sicilia e la Basilicata.

L’agricoltura viene anche utilizzata per attività terapeutiche come il recupero sociale e il reinserimento nel lavoro e nella società, di giovani svantaggiati o con problemi di ordine psicologico, di beauty farm agricole e di “ristorazione antica e contadina” per eventi, matrimoni e feste di compleanno. Le piante e le fibre vegetali (ortica, canapa e soia) inoltre vengono utilizzate dall’industria della moda per produrre capi d’abbigliamento o coloranti anallergici estratti dalle piante mentre con le erbe palustri e le canne molti giovani hanno ripreso lavori quasi scomparsi come la realizzazione di manufatti artigianali quali canestri, utensili da cucina, attrezzi in legno.

Le potenzialità dell’agricoltura sono confermate dalle scelte dei giovani nelle scuole secondarie, dove le iscrizioni agli istituti agrari sono aumentate del 40% e del 20% nelle facoltà universitarie che si occupano di materie di studio che fanno riferimento all’agricoltura.

L’agricoltura italiana è riconosciuta come la più green d’Europa e l’unica con 271 certificazioni alimentari di prodotti DOP (Denominazione Origine Protetta) / IGP (Indicazione Geografica Protetta).

Possiamo certamente dire che il mondo rurale è ormai un ”hub” fondamentale per l’inserimento dei giovani nel lavoro, per le nuove professioni, per l’economia e, non ultimo, un punto di riferimento per la formazione e l’educazione delle giovani generazioni.




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