giovedì 29 dicembre 2016 - angelo umana

Il medico di campagna, di Thomas Lilti

Una sagoma femminile sbuca dalla nebbia una sera e il passo deciso delle lunghe gambe ci dicono che sarà una donna fatale, una che lascerà un’impronta, qualcosa di nuovo nell’aria di paese. Viene ricevuta nello studio da Jean-Pierre, il paraplegico François Cluzet di Quasi Amici che ora è un medico di campagna. Dinamico e sempre in movimento, abituato ai suoi giri in visita dei paesani, il suo ambulatorio sempre popolato, ha una parola rincuorante per tutti, parole che spesso servono più delle medicine. Ha un figlio lontano e della moglie non è fatta menzione. In solitudine comincia ad affrontare una malattia (in)guaribile che ha a sua volta.

La sagoma femminile è di Nathalie, la Marianne Denicourt dal bel sorriso, si rivela essere non una paziente, ma un’aiutante dottoressa mandatagli in apprendimento dal medico amico dell’ospedale, l’unico a sapere della malattia di Jean- Pierre. Mai un bacio tra i due, mai un abbraccio pure se in qualche momento pareva essercene la voglia, essendo nata una certa amicizia oltreché una proficua collaborazione. Complice deve essere stata la bonarietà dell’atmosfera e dei suoi paesani, e gli avvenimenti che la piccola comunità celebra assieme. Un film senza troppe pretese, mezzo commedia e mezzo drammatico ma una storia positiva, amabile, lascia come un senso di ottimismo e di speranza. Volemose bene!

 




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