venerdì 24 ottobre 2014 - angelo umana

Il marito della parrucchiera, di Patrice Leconte

“Breve la vita felice” della bellissima parrucchiera Matilde. Questo di Patrice Leconte è un film tragicommedia del 1990: lei è la procace Anna Galliena nel pieno della sua bellezza trentacinquenne, lui è Jean Rochefort che all’epoca del film di anni ne aveva sessanta, ben portati e pieni di fascino. E’ lui, Antoine, che ha sempre desiderato di impalmare una parrucchiera, da quando 12enne andava in deliquio per la sua coiffeuse formosa e felliniana, ci andava a tagliarsi i capelli spesso, prima che fosse necessario: alla mamma, prelevandole i soldi dalle tasche, diceva che li sentiva lunghi, alla parrucchiera diceva che era la mamma a raccomandargli di tagliarli di frequente.
 
Da bambino si inebriava del profumo di quel corpo di donna, da adulto dà compimento ai suoi sogni erotici proprio sposando una parrucchiera: per loro non esiste mondo oltre i personaggi – tutti abbastanza strani - che frequentano il negozio, che rimane il loro regno, lei lavora e lui la contempla estasiato, oppure lei lo guarda sorridente e grata. Nei ritagli di tempo c’è spazio per l’eros ma lo trovano anche durante qualche taglio di capelli; la clientela è solo di uomini. Delle amicizie, si dicono, ha bisogno solo chi non trova pieno soddisfacimento nella coppia. In Matilde, Antoine ritrova i seni che ha sempre desiderato e il ventre piatto che nessuna gravidanza sformerà, dei due nessuno la desidera perché si bastano così. La bellissima creatura non è “appartenuta a nessuno” prima, ma accettò la proposta di matrimonio di Antoine dopo averla ben ponderata.


 
Avvisaglie della tragedia che si compirà - Matilde si butta in un torrente in piena, una notte di fortissimo temporale - sono delle frasi che in quella vita apparentemente paradisiaca, durata dieci anni, lei pronuncia: “Ho paura che un giorno non mi vorrai più” e “La vita fa schifo”. “Ti lascio prima che mi lasci tu … me ne vado prima di essere infelice … perché tu non mi dimentichi”, sono invece le frasi che gli lascia scritte in una lettera. Il film affronta dunque la paura di sfiorire, l’incapacità di invecchiare e rinunciare ai piaceri che i due si concedevano, il non poter sopportare l’eventuale delusione che quel tempo finisse e ne subentrasse uno di quotidianità e d’abitudine. Da vedovo Antoine sopravvivrà negando a sé stesso che Matilde non ci sia più: “La parrucchiera tornerà” dice a chi si presenta in negozio. (In Sotto la sabbia, film del 2000 di François Ozon, avveniva un’identica fissazione da parte di Charlotte Rampling).
 
 




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