sabato 3 maggio 2014 - Angelo Cerciello

Il mare mostruoso di un discorso totalizzante e massificante

Dopo la caduta delle ideologie, dei “grandi racconti” per le masse come li chiama Lyotard, dopo l’era delle verità assolute siamo giunti nella postmodernità. Nella postmodernità vince il pluralismo, la differenziazione, vince la frammentazione: il pensiero è diventato debole come suggerisce Vattimo. Nella società postmoderna ci sono verità molteplici che si sostituiscono le une alle altre: le infinite verità molteplici sommandosi danno vita ad un informe e abnorme discorso “unico” massificante, totalitario, perfetto, un discorso unico che pretende di unire e di amalgamare tutte le differenze, tutti i pluralismi, un discorso unico che pretende di contenere il tutto come in un recipiente fittizio.

La pretesa della società postmoderna è di unire il tutto e il contrario di tutto con il fine di far trionfare la “società dei consumi” e di ridurre tutti gli individui sulla stessa dimensione ossia quella del consumatore che ha come unica libertà quella “finta” di poter scegliere cosa consumare. Una società dei consumi che è anche “società dell’immagine” con le sue icone pop, i suoi divi, i suoi supereroi, le sue mitologie, le sue sottoculture etc.

Desertificazione culturale e appiattimento sociale poi rendono l’opera più facile rendendo gli individui passivi e controllabili, soprattutto manipolabili dal “discorso” dei media.

Un discorso, un messaggio che è martellante e svuotato di significato perché come già detto cerca di riunire il tutto e il contrario di tutto in una mistificazione e plastificazione dello stesso patinata e superficiale.

Relativamente al messaggio è importante il marketing e la narrazione di quest’ultimo: nella società postmoderna il saper comunicare e il comunicare è tutto e allo stesso tempo vendere se stessi, la propria immagine, il proprio brand è oltremodo importante.

Oltretutto l’idea singola, la specificità, la singolarità, tutto è sacrificato in nome del “tutto” massificante e totalizzante: un “mare mostruoso” e informe di idee, concetti, stili di vita, modelli, modi di fare etc.

Trionfa il discorso del fare, trionfa la concretezza, trionfa il marketing, trionfa la comunicazione, trionfa il saper vendere e l’azione del vendere.

E il mare mostruoso di un discorso totalizzante e massificante come un bulldozer passa su tutto e rende infinitamente piatta una società che diventa allo stesso tempo arida come un deserto: senza profondità, senza spessore, senza punti fermi.

 

 

Foto: Esther Vargas/Flickr




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