giovedì 11 ottobre 2018 - paolodegregorio

Il futuro? Parliamone!

Tutte le persone pensanti dovrebbero sempre tener conto non solo del proprio “particolare”, ma anche che siamo immersi nei fenomeni globali più caratteristici del nostro tempo che sono in ordine di importanza: i cambiamenti climatici, la globalizzazione, la subalternità della politica alla economia, la sovrappopolazione. Gli effetti di questi fenomeni determinati da logiche estreme di profitto, si vedono a occhio nudo ed è di questi giorni l’allarme di scienziati e studiosi dei cambiamenti climatici incaricati dall’ONU (IPCC), che, se non vengono prese drastiche misure per frenare questo modello di sviluppo letale per la vita sulla terra, in pochi anni si andrà verso una crisi irreversibile. C’è solo un piccolissimo problema: l’economia industriale, finanziaria, in particolare multinazionali, fondi di investimento, banche, non prendono ordini da nessuno, tanto meno da politici foraggiati, finanziati e corrotti dai suddetti poteri forti, proprietari tra l’altro di tutte le maggiori fonti di informazione.

Malgrado le previsioni catastrofiche degli scienziati, l’aria, l’acqua, la terra inquinata fino ai poli, il mare pieno di rifiuti, la diminuzione dei raccolti per la siccità, la diminuzione di fauna ittica con la pesca industriale, la distruzione delle foreste, l’aumento esponenziale della popolazione, i nostri economisti parlano di incrementare lo sviluppo, di spread, di conti da far quadrare, tutti uniti nell’ignorare il disastro provocato proprio dalle loro logiche economiche.

Non solo, si orchestrano campagne di stampa contro la “crescita zero”, contro le donne che in Occidente hanno fortunatamente prodotto una diminuzione delle nascite, perché nelle loro teste c’è solo il mantra dello sviluppo senza fine, senza tener conto della realtà di un mondo in crisi strutturale. Grottescamente sono proprio i responsabili di questa folle globalizzazione a definire “catastrofisti” quegli scienziati che, in anni di studio e dati scientifici alla mano, invitano tutti i paesi del mondo a cambiare modello di sviluppo puntando sulla abolizione dei combustibili fossili, sulle rinnovabili, sulla autosufficienza alimentare di ogni paese, e proprio sulla crescita zero per tutti i suoi abitanti. E diciamo due parole sulle responsabilità del flusso di migranti economici dall’Africa verso l’Europa, che fuggono dal sottosviluppo e non dalle guerre o persecuzioni politiche. Si dice che la causa sia la grande corruzione delle classi dirigenti politiche africane e delle loro lunghissime permanenze al potere, ma non si parla mai di chi li corrompe (con conti cifrati in Svizzera) per ottenere concessioni minerarie, petrolifere, diritti di pesca, di disboscamento, forniture militari e quanto altro si può immaginare. Forse è il caso di stabilire che la scienza e l’etica debbano andare al potere al posto dei dittatori dell’economia e dello sfruttamento di esseri umani e delle ormai poche risorse del pianeta.




Lasciare un commento