giovedì 21 febbraio 2013 - UAAR - A ragion veduta

Il fattore religioso nel confronto elettorale

Concludiamo con questa Ultimissima l’analisi dei programmi elettorali delle principali liste, cominciata esaminando le proposte in materia di istruzione e ricerca, e continuata poi con le tematiche bioetiche e quelle relative alla famiglia.

Ci soffermiamo questa volta su religione e laicità, notando come il riferimento a questi due concetti sia una spia significativa dell’impianto generale.

I partiti che fanno esplicito riferimento al valore della laicità sono Fli (”principio irrinunciabile”), Pd (”principio costituzionale”), Sel (”scegliere il primato della laicità e della libertà degli individui è un fondamento della nostra identità politica e civile”) e Rc (”Affermiamo la laicità dello Stato e il diritto all’autodeterminazione della persona”). Espliciti riferimenti alla laicità si trovano inoltre nei documenti non programmatici dei radicali (che alle elezioni si presentano con la lista Amnistia, Giustizia e Libertà), del Movimento Cinque Stelle ( ”Incrementare e tutelare la laicità dello Stato”) e del Pcl. Le radici religiose del nostro paese sono invece citate e valorizzate, oltre che dall’Udc, anche nei programmi di Pdl, Lega, Fratelli d’Italia e Centro Democratico. Quest’ultimo porta anche come esempio una proposta del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.

Il sostegno alle istanze laiche non arriva tuttavia quasi mai a mettere in discussione l’impianto concordatario del rapporto Stato-Chiesa, come abbiamo evidenziato in occasione del lancio della nostra petizione che chiede l’abolizione dei Patti Lateranensi. Nessun programma, tra quelli esaminati, avanza proposte relative ai diritti dei non credenti, al superamento della legislazione fascista sui “culti ammessi” e sulla tutela penale del sentimento religioso, alla messa in discussione del privilegio cattolico di veder esposto il proprio simbolo negli edifici pubblici o di avere cappellani retribuiti per assicurare assistenza religiosa nelle strutture obbliganti.

Il Pcl è l’unico partito che propone esplicitamente di abolire l’ora di religione cattolica e il meccanismo dell’Otto per Mille: quest’ultimo è messo in discussione, in documenti non programmatici, anche da radicali e M5s (che propone di usarlo per la ricerca). Rc e Sel chiedono la tassazione delle proprietà ecclesiastiche, che il Pcl chiede — se di grandi dimensioni — di nazionalizzare.

Un ultimo tema da evidenziare è quello della sussidiarietà, un principio di recente introduzione nella nostra Costituzione e che, purtroppo, è stato declinato assai spesso in maniera clericalmente orientata. Ebbene, se ne fanno esplicitamente alfieri Fratelli d’Italia, Lega Nord, Pdl, Udc, Scelta Civica con Monti, Centro Democratico e Partito Democratico.




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