mercoledì 5 luglio 2017 - Giovanni Greto

Il duo Davide Alogna-Bruno Canino in concerto a Padova

La Fondazione Musicale Omizzolo-Peruzzi è nata nel 2012 come filiazione del Centro culturale musicale Silvio Omizzolo, fondato nel 1997 e attivo per quindici anni per mantenere vivo il ricordo del pianista, compositore e didatta padovano con iniziative culturali e musicali. Dal 2013 la Fondazione dà vita ad un ciclo annuale di concerti. Quello del 2017, conclusosi da poco, ha proseguito la linea programmatica delle edizioni precedenti, accentuando l’aspetto della ricerca di rarità musicali poco eseguite. Il concerto finale ha avuto luogo a Padova in un gioiello architettonico ed artistico, la sala della Carità.

E’ stato introdotto dal direttore artistico Vitale Fano e ha visto protagonisti due musicisti, generazionalmente lontani, musicalmente in sintonia come fossero coetanei. Bruno Canino (Napoli, 30 dicembre 1935), pianista e concertista storico, ha suonato con grandi orchestre di tutto il mondo (dai Berliner Philarmoniker, all’Orchestre National de France) sotto la direzione di musicisti illustri quali Abbado, Muti, Chailly, Sawallisch, Berio, Boulez. Davide Alogna (Palermo, 19 ottobre 1980), diplomatosi con il massimo dei voti in violino e pianoforte, si è perfezionato in violino e musica da camera al Conservatorio superiore di Parigi ed al CNR di Boulogne Billencourt, conseguendo il Premier Prix a l’unanimité.

La serata è stata aperta dalla “Sonata in la maggiore K305”(1778) di Mozart (1756-1791). Scritta secondo la concezione di quell’epoca, quando il ruolo del violino era soltanto quello di accompagnare il clavicembalo o il fortepiano, la composizione rivela in realtà un rispetto e una valorizzazione di entrambi gli strumenti. A seguire, dai tre pezzi delle pagine d’album di Guido Alberto Fano (1875-1961), composte ad appena vent’anni, il duo sceglie il secondo ,”Romanza”, intenso, nostalgico e appassionato e il terzo, “Gaité doulourense”(gaiezza dolorosa), che oscilla fra la spensieratezza e la malinconia.

Composta nel 1967, in piena maturità, la “Sonata” di Silvio Omizzolo (1905-1991), in tre tempi, è introdotta dalla voce squillante del violino, impegnato in una breve cadenza solistica. “E’ stato un bel banco di prova; una struttura molto chiara e una scrittura molto nitida”, ha spiegato Alogna prima di eseguirla, confessando il proprio timore reverenziale nell’affrontarla. D’altra parte, “ essendoci finora una sola incisione, è come scrivere un pezzo, perché le orecchie sono pulite”. Il penultimo brano in programma, la “Sonata in re minore op.108”(1888), di Johannes Brahms (1833-1897) compare anche nel CD uscito lo scorso anno nella collana discografica “Suonare Festival”, ottimamente inciso in quel meraviglioso ambiente acustico qual è la Fazioli Concert Hall di Sacile (PN): L’interpretazione del duo è convincente, capace di esprimere appieno l’anima del compositore.

L’esecuzione di “Introduzione e rondò capriccioso in la minore op.28 (1863) di Camille Saint-Saens (1835-1921), composta per il grande violinista Pablo de Sarasate, dà modo ad Alogna di manifestare una notevole dote virtuosistica. La scrittura mette in evidenza i profondi influssi stilistici che la musica spagnola ebbe nella produzione di Saint-Saens. Applausi sinceri e richiami al proscenio ottengono un graditissimo bis: il quinto pezzo dell’op.62 “Moresche” di Ottorino Respighi (1879-1936), il compositore prediletto del violinista siciliano.




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