Il curioso caso del signor Rivelli: non ci si può fidare neppure delle Poste!
Montella, dal cuore dell’Irpinia, l’incredibile storia di un uomo che affida i risparmi di una vita alle Poste
Il signor Rivelli diventa vedovo e riceve tutto il denaro risparmiato dalla moglie: ben 50 mila euro sparsi presso vari uffici postali. Si rivolge all’ufficio postale di Montella, chiedendo assistenza per incassare quanto gli spetta. Si affida ai consulenti, avendo piena fiducia delle Poste Italiane, da sempre un punto di riferimento per i risparmiatori italiani.
A Rivelli viene consigliato di investire tutto quanto faticosamente racimolato in buoni fruttiferi postali e in altre tre polizze, di cui ben due sulla vita, una da 10 mila euro e una da 30 mila. E Rivelli accetta, pur non avendo eredi e quindi possibili soggetti da indicare quali beneficiari. Solo al mondo, vive soltanto della sua esigua pensione di 700/800 euro al mese. Rivelli non è un esperto risparmiatore.
Si è visto soltanto passare davanti il denaro ricevuto per volontà della defunta moglie, ma si ritrova nuovamente in una condizione di quasi indigenza. E allora si rivolge di nuovo all’ufficio postale. Gli viene consigliato di prendere in prestito 3 mila euro al tasso del 10,25% (dovrà restituirne 3.800). In pratica prende in prestito i propri soldi. Come se non bastasse, dei 3 mila presi in prestito, ne vengono immediatamente reinvestiti 1.400 euro in un buono fruttifero postale ordinario di durata ventennale.
Punto e daccapo. Il signor Rivelli sarà costretto, pertanto, a continuare a fare la spesa a debito presso gli alimentari di fiducia, come ormai da tempo si era abituato.
Alla fine, Rivelli dovrà rivolgersi a due legali – gli avvocati Rocco Bruno e Michele Annicchiarico – per rientrare in possesso dei suoi risparmi. Finalmente riesce ad avere i soldi che gli servono per campare, per sopravvivere nonostante la sua esigua pensione, per arrivare a fine mese senza far debiti. Perché in fondo la povera moglie ha pensato a lui e un bel gruzzoletto gliel’ha lasciato. Quando si dice, si è ricchi senza saperlo.