lunedì 19 agosto 2019 - Gerardo Lisco

Il baraccone mediatico dell’ambientalismo mainstream

Greta Thunberg, la giovane paladina ambientalista, è salpata da Plymouth in Gran Bretagna a bordo del “Malizia II”, yacht altamente tecnologico messo a disposizione da Pierre Casiraghi rampollo della famiglia Grimaldi, cioè della famiglia regnante su uno Stato da operetta residenza di molti magnati della finanza internazionale.

 Quegli stessi magnati che appartengono alla upper class globalista che accumula denaro, controlla finanza, mezzi di comunicazione e governi di molti Stati contribuendo a mantenere un sistema economico che ha proprio nello sfruttamento delle risorse naturali la sua forza. Il viaggio della Thunberg è solo uno spot pubblicitario.

Siamo in presenza di un personaggio mediatico al servizio di una narrazione funzionale alla ristrutturazione del sistema capitalista. Il modello economico capitalista è l’unico elemento che unifica il mondo intero al di sopra di qualsiasi regime politico o credo religioso. In questi giorni abbiamo letto della proposta di Trump di voler acquistare la Groenlandia. Come si fa a dargli torto?

I cambiamenti climatici che da sempre hanno interessato il pianeta sembra che stiano rendendo appetibili, nel senso di abitabili e sfruttabili, territori finora inospitali per questioni climatiche. Dunque posso presumere che anche i territori canadesi del nord – ovest e dello Yukon, lo stato dell’Alaska, a causa dei mutamenti climatici, potranno diventare abitabili. I cambiamenti climatici hanno sempre interessato la Terra nei secoli passati. L’archeologia ha dimostrato come il Sahara un tempo non era affatto un deserto ma un’area ricca di flora, fauna ed acqua.

Non credo che la Groenlandia sia diventata un deserto di ghiaccio a causa degli insediamenti vichinghi o il Sahara un deserto a causa dei popoli che lo abitavano. Penso piuttosto che certi cambiamenti siano naturali e che l’umanità essendo parte dell’ambiente contribuisce a questi cambiamenti. La domanda che mi pongo rispetto a fenomeni da baraccone mediatico come quello della Thunberg è quale sia il senso e il significato di tutto questo. E’ dal Club di Roma che la questione climatica viene posta all’attenzione dell’opinione pubblica e delle classi politiche mondiali.

Gli effetti dell’opera umana sull’ambiente sono sempre stati presenti, per esempio nell’Inghilterra della prima e della seconda rivoluzione industriale. Al primo Summit sul clima tenuto a Rio de Janeiro del 1992 il rappresentante brasiliano di fronte alle posizioni pro ambiente dei Paesi sviluppati rivendicò con forza il diritto ad inquinare in quanto espressione dello sviluppo industriale. Oggi a rivendicare il diritto ad inquinare è la Cina. Da qualche tempo a questa parte le upper class fanno investimenti acquistando immobili nel nord del mondo consapevoli del fatto che il centro del mondo si sposterà sempre di più a nord. Il cambiamento è un dato incontrovertibile ed è per questa ragione che bisogna condurre una riflessione sull' ideologia ambientalista. Dietro quell'idea non ci sta nessuna difesa dell'ecosistema.

Non vedo ambientalisti disposti a tornare a vivere come nell'età della pietra o semplicemente disposti ad accettare le leggi della natura per cui solo i meglio dotati si salvano e si riproducono. Anzi sono proprio questi movimenti quelli più attenti e disponibili a modificare l'umanità. L'Ambientalismo, almeno quello mainstream, è solo una costruzione culturale che ha due scopi riprodurre il sistema capitalista e salvare l'umanità nello specifico l'individuo espressione della upper class. L'Ambientalismo alla Greta Thumberg ha in sé elementi reazionari e di mantenimento dei rapporti di classe. Attraverso la Thumberg si fa veicolare il modello culturale dell’upper class globalista. Solo per inciso la traversata sponsorizzata dal rampollo della famiglia Grimaldi trasmette il modello di vita della upper class. L'idea stessa di ecosistema è molto contraddittoria e per come viene presentata è un prodotto culturale.

L'interazione dell'umanità con l'ambiente ha fatto si che la questione ambientale diventasse un prodotto culturale. La salvaguardia dell'ambiente, piaccia o no, non ha nulla a che vedere con la difesa della natura primigenia. Ha molto a che vedere, invece, con una nuova idea di sviluppo che mira a salvaguardare non l'ambiente naturale ma l'umanità e la sua capacità di modificare a proprio uso e consumo il mondo che la circonda. L’ambiente si difende soltanto modificando gli stili di vita e con un modello di sviluppo alternativo a quello capitalista. Per quanto riguarda la traversata dell’attivista svedese bene ha fatto il CODACONS che, per bocca del suo presidente Carlo Rienzi, ha dichiarato "La lotta all’inquinamento e alle mutazioni climatiche si attua giorno per giorno con piccole azioni quotidiane come la raccolta differenziata e rinnovando le proprie abitudini giornaliere in un modo diverso da quello al quale i consumatori sono abituati. In questo modo possiamo evitare di affidarci agli improbabili messaggi ecologici partoriti da uno dei tanti magnati dell’industria – in questo caso patron pure di una compagnia di elicotteri. Soffermandosi sul messaggio e il personaggio dal quale proviene, non emerge un tenue sapore di presa in giro?".

 

 




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