giovedì 4 novembre 2010 - Mazzetta

Il Reverendo Moon si ricompra il Washington Time

C'è stato un tempo nel quale la maggior fonte di notizie sull'Iran, l'Iraq e l'islam cattivo era il Washington Times, da non confondersi con il Washington Post, che è quello più famoso e autorevole.

Quando qualche giornalista italiano voleva perorare la causa della guerra non faceva altro che citare il WT e andava sul sicuro.

Il WT, con l'agenzia UPI che fa parte dello stesso gruppo, aveva la simpatica abitudine di raccogliere qualsiasi voce o sussurro provenisse dai servizi segreti occidentali e tradurlo in minaccia reale e incombente, stanava di continuo iracheni, iraniani e islamici in generale, pronti a clamorose rivelazioni. E quando proprio non si poteva, ricorreva alla fantasia.

Il WT era del reverendo Moon, capo dei moonies, fedeli della Chiesa dell'Unificazione, Gesù reincarnato, sole della cristianità e altre cosucce, tra le quali la presidenza e il finanziamento della Lega Anticomunista Mondiale. Il suo cristianesimo messianico è arrivato a scuotere il Vaticano con il caso Milingo (sposato da una Mata Hari di Moon inviata a sedurre & convertire il bolso monsignore) e pesa molto sugli equilibri politici coreani, ben oltre l'impatto scenografico delle migliaia di matrimoni alla volta e delle prediche negli stadi. Moon è una potenza economica e politica e la vicinanza a Bush ne testimonia la caratura anche sul palcoscenico statunitense, Moon è stato un buon alleato di Bush e, anche oggi che l'età chiede il suo dazio, è ancora sulla cresta dell'onda.

Moon da tempo progetta la successione, che non dev'essere un rebus facile visto il particolare tipo d'attività e calcolato il numero abbondante di figli, di cui ben 14 dalla moglie sposata diciassettenne in terze nozze da sessantenne. Come tanti imprenditori che penano nel trovare il modo di far sopravvivere la loro creatura nelle mani della prole, la famosa seconda generazione imprenditoriale, Moon deve trovare tra i figli un aspirante Gesù, un capitano d'industria, qualche manager e un sistema per garantire l'equilibrio e la consistenza dell'impero una volta diviso tra i figli.

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Moon così ha passato al figlio Preston il WT, ma non è andata bene. È andata tanto male che in soli quattro anni il WT ha cambiato la linea editoriale, perdendo lettori affezionati senza riuscire suscitare l'interesse di altri. Una spirale incontrollata che ha prodotto un discreto buco finanziario. I fratelli hanno allora tagliato i viveri (un contributo annuo di trentacinque milioni) e alla fine Preston ha dovuto cedere di fronte allo spettro del fallimento. Così ha venduto al padre il Wt per un dollaro. Papà Moon si accolla i debiti milionari e ritorna con la direzione dei tempi belli, quella licenziata da Preston.

Fine dell'avventura del figlio ribelle, ritorno al fronte del WT e il diabolico vecchiaccio che per il momento assapora il trionfo. Il Washington Times è un piccolo giornale, che ai tempi belli faceva 87.000 copie di media e oggi ne fa la metà, che per gli Stati Uniti sono davvero poche, ma si è rivelato un'arma affilata a disposizione dei conservatori e non solo di quelli statunitensi. Consola che il "Vero Padre" (tipica pompa coreana) tra i poteri ed i miracoli che si è attribuito non abbia mai tirato in ballo l'immortalità e che sia nato nel 1920.




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