martedì 16 febbraio 2016 - Antonella Policastrese

Il Papa delle periferie in Messico

Continua la visita del Papa in Messico. Da quando il Papa ha dichiarato che la Famiglia per la Chiesa è quella basata sull'unione uomo- donna le pagine dei maggiori quotidiani, nonchè tg nazionali, non si aprono più con la visita pastorale che il Pontefice sta compiendo, di conseguenza passano in sordina i momenti importanti di questa particolare fase storica. L'abbiamo sempre detto che l'evangelizzazione di Papa Francesco si è globalizzata e questo a portato al confronto con le altre religioni monoteistiche, confronto fondamentale in un'epoca in cui valori ed ideali diventano merci da sostituire con prodotti che il mercato chiede. Una svolta la si è avuta con l'incontro del Patriarca Kill, rappresentante della Chiesa d'Oriente, quella Chiesa dalla porta serrata che dopo mille anni torna ad aprirsi, ed i due pastori sono tornati a parlarsi per il bene di un'umanità sofferente che ha bisogno di speranza e di avere chiari i punti da seguire.

Lunedì 15 febbraio il Papa ha incontrato le popolazioni del Chiapas chiedendo loro scusa per i massacri compiuti, per la privazione dei territori che gli appartenevano ad opera di multinazionali ed interessi finanziari volti solo ad attuare a un'avida speculazione. Indios ridotti al silenzio quando hanno protestato per far valere il diritto ad una vita dignitosa, inascoltati, ma che davanti al Papa trovano udienza e rispetto per le loro tradizioni, per il loro attaccamento alla terra, terra dalla quale hanno cercato sostentamento fino a quando hanno potuto.

Un pezzo della loro Storia torna prepotentemente a vivere ed il Papa sente il cuore pulsante di "gente semplice", abituata alla fatica, capace d'amare e di percepire se stessa come degna di umano rispetto e non come uno scarto, citando Papa Francesco quando parla di un mondo che non riesce a distribuire una ricchezza che attualmente è in mano a pochi. Ieri gli Indios , oggi ad essere tolti dalle proprie città sono i popoli del Medio Oriente, zona flagellata dalla guerra ad opera di super potenze che vogliono riscrivere i confini geografici ed hanno bisogno di zone devastate per reinventarle, ricrearle secondo un'ideologia di mercato. Fa impressione vedere città fantasma come Homs con edifici bombardati, case smembrate senza nemmeno un filo di vita intorno.

Due esempi geograficamente distanti, ma che hanno un filo in comune che li lega, e ci danno l'esatta dimensione di come il mondo stia sempre più parlando il linguaggio della finanza, della spogliazione degli individui ridotti a macchine consenzienti, non giudicanti, predisposte per eseguire ordini. Il Papa si muove, cammina come Apostolo di fede, per restituire un volto umano ad ognuno, per affermare l'importanza delle famiglie: comunità di fede costruite sul lavoro e la difficoltà di stare insieme non come membri uno vicino all'altro, braccati dalla solitudine, ma esseri dialoganti, fucina d'idea portatrice di speranza. E' la sfida di questo tempo sordo ai bisogni di chi cerca dignità ma si trova dietro fili spinati ad invocare un minimo di benessere negato sempre di più a tutti.




Lasciare un commento