giovedì 15 febbraio 2018 - enzo sanna

Il M5S nuoce alla salute? Sembra di sì, a detta dei suoi stessi aderenti

A sentire le cronache dei vari TG, se ne può dedurre che il M5S costituisca un serio pericolo per la salute. Da cosa deriva una simile considerazione? L’eurodeputato pentastellato David Borrelli ha deciso di abbandonare il grillismo per migrare verso altro gruppo parlamentare adducendo “problemi di salute”! Incredibile ma vero. Proprio lui, fedelissimo di Grillo e di Casaleggio! Viene ovvio domandarsi, sperando di trovare risposta, del perché lo stare nel movimento grillino comporti problemi di salute mentre, conseguentemente, alloggiare in altro gruppo parlamentare favorisca la guarigione.

Non basta. L’onorevole Toninelli, uno tra i “duri e puri” del movimento, che fa dell’intolleranza indisponente la sua ragion d’essere, ha messo in conto 5.180 euro di spese per assicurazioni sanitarie (fonte verificabile su diversi giornali quotidiani come sulla rete, e ancora non smentita). Eppure, a vederlo sbraitare in TV, sembra che goda di ottima salute. Atteso quanto sopra detto, sarà il caso di pretendere che nella scheda elettorale, accanto al simbolo del M5S venga inserita la dicitura “Nuoce gravemente alla salute”, come si fa da tempo sui pacchetti delle sigarette.

Non basta la grandinata di avvisi di garanzia che ha colpito e colpisce gli amministratori locali del movimento, non bastano i ricorrenti casi di parlamentari coinvolti nella “rimborsopoli grillina”, non bastano le candidature di massoni e altri “impresentabili”, non bastano gli accidenti siciliani e ostiensi per palesare il senso di quanto si sostiene? Vuoi vedere che saremo costretti a dare ragione ad Alessandro Di Battista, non ricandidatosi, quando definisce “rincoglioniti” gli elettori italiani, facendo il verso al Berlusconi d’epoca? Viene da ipotizzare, però, che tale sia anche colui il quale traccerà una X sul simbolo di una compagine politica “macchiata” da simili ripetute contingenze senza aver fatto neppure un giorno di governo a livello nazionale (immaginiamo cosa potrebbe accadere dopo, con tali premesse) e aver dimostrato la propria insipienza nei pochi “governi” locali macchiati sì, stavolta, da una tale quantità di avvisi di garanzia da far ingelosire gli altri partiti, percentualmente ridimensionati per numero di pratiche giacenti sugli scaffali delle Procure grazie a loro, i grillini. Sarà questa la ragione per la quale i cinquestelle strizzano l’occhio ai “No vax”? Il nuovo motto del movimento potrebbe essere “Meglio non prevenire per non curare”, vista l’ingloriosa fine del precedente fallito motto “Onestà, onestà”?

Venga concessa all’estensore dell’articolo, ora, una breve nota autobiografica. Chi scrive ebbe una infatuazione, durata il tempo di un battito di ciglia, verso il movimento grillino delle origini. Bastò poco per comprendere quanto il M5S fosse, fin nel midollo, eversivo e di “destra”, tanto che sentì il dovere di combatterlo al pari delle destre leghiste e fasciste. Ne prendano atto alcuni confusi all’interno della compagine di Liberi e Uguali. Ora arriva l’ennesima conferma: la Lombardi, candidata grillina alla Regione Lazio, sostiene, allineandosi agli ignoranti e ai tanti in malafede, che “Il fascismo ha fatto cose buone”, all’unisono con quel Salvini della Lega ex Nord. Lei troverà di certo chi la comprenderà, dentro e fuori il movimento, visto che confessa di essere cresciuta in una famiglia di sentimenti di destra fascista. Evvai! La candidata porta incautamente a esempio l’INPS come buona scelta del “regime”, dimostrando così due cose: la più crassa ignoranza in materia storica e l’altrettanta crassa banalità delle fonti alle quali la sua “cultura” attinge. Per sua informazione, e di quanti creduloni ancora impazzano sulla rete postando stupidaggini sparate da produttori seriali di fake news, si fa presente che l’INPS nacque nel 1898 a seguito delle rivendicazioni dei movimenti operai e divenne “obbligatoria” nel 1919, quando il fascismo doveva ancora addivenire.

Ma di “balle” i cinquestelle si dimostrano produttori industriali. Ad esempio sui loro versamenti di parte delle indennità che avrebbero “creato”, pensate voi, 7000 nuove aziende. Vogliamo fare un semplicissimo calcolo? Eccolo. Loro sostengono di aver versato 23,4 milioni di Euro al Fondo microcredito. Ebbene, dividendo i 23,4 milioni di euro per 7.000 si ottiene una media di 3342,86 euro. Ma davvero costoro vogliono “coglionarci” (stando alla definizione di Di Battista) facendoci credere che una “start up” possa decollare con l’importo derivante dalle cifre da loro stessi sbandierate?

Alessandro De Lago, nel suo saggio “Clic!”, riporta nel “paratesto” la seguente citazione di K. Klaus: “Il segreto dell'agitatore è di rendersi stupido quanto i suoi ascoltatori, in modo che questi credano di essere intelligenti come lui”. Mai concetto fu più appropriato alla bisogna. Resta solo un’ultima domanda: ma nel caso in questione l’agitatore vuole rendersi stupido, oppure lo è di suo?




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