mercoledì 4 gennaio 2023 - Mario Barbato

Il Governo stende un tappeto rosso ai corrotti

Le dichiarazioni del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sulla riforma della Magistratura, sul limite alle intercettazioni e sulla separazione delle carriere tra giudici e pm hanno fatto comprendere quanto il governo Meloni sia in linea con le logiche berlusconiane sulla necessità di salvare i corrotti dalla spada della giustizia.

La proposta di Carlo Calenda di cancellare la Legge Spazzacorrotti, introdotta dal M5S, non ha trovato solo porte spalancate da parte del governo Meloni, ha trovato steso perfino un tappeto rosso. Il fatto che tale proposta sia stata condivisa da tutta la maggioranza di governo e da una parte dell’opposizione-a guida Renzi-Calenda-dà l’idea di quanto sia diffusa in Italia la convinzione che l’intreccio tra politica corrotta e affari sporchi vada difeso a ogni costo.

Un intreccio caro non solo alla politica, ma anche a una larga fetta della classe imprenditoriale che si arricchisce grazie ai finanziamenti pubblici, ricambiando i partiti con ritorni elettorali, sovvenzionamenti per le campagne politiche e propaganda mediatica della stampa prezzolata. Un circolo vizioso che, se non verrà interrotto, finirà prima o poi per mandare l’Italia in bancarotta, tra spreco di denaro pubblico e debito nazionale incontrollabile.

Negli anni Novanta, la breve parentesi di Tangentopoli aveva illuso un po’ tutti gli italiani, dando l’impressione che la corruzione in Italia potesse finalmente essere debellata. Mai illusione fu stata più grande di quella. Perché, da allora, la politica-soprattutto a guida Berlusconi-invece di fare pulizia al proprio interno, ha demonizzato la magistratura, tentando in tutti i modi di modificare il quadro legislativo con lo scopo di continuare ad agire impunemente in un contesto di corruzione, di malaffare, di illegalità e di collusioni piduiste e mafiose dilaganti. 

Il Movimento Cinque Stelle fondò il suo successo proprio su questa volontà di spazzare via i corrotti dal Parlamento, elaborando una legge secondo cui i condannati per tangenti o appropriazione indebita non potevano più essere eletti nelle stanze dei bottoni. Poi è giunto il governo Meloni che, cancellando la Legge Spazzacorrotti, ha di nuovo spianato al via a quella politica sporca e a quegli affari luridi da cui l’Italia non riesce proprio a liberarsi.




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