venerdì 21 gennaio 2011 - Pere Duchesne

Il DNA bolscevico

Qualche considerazione a margine del referendum FIAT, a prescindere dal risultato. Alcuni portavoce sindacali hanno dichiarato che è loro merito la partecipazione al voto, circa il 96%: dimenticano i suddetti signori che tutte le varie organizzazioni sindacali, oltre una decina se ho ben capito, hanno un numero di iscritti pari solo a circa il 50% del totale dei lavoratori. Ma i numeri non fanno parte della logica sindacale, soprattutto quando sono poco favorevoli.

Sempre stando a quanto hanno pubblicato vari giornali in questo periodo, la FIOM ha il 13% di iscritti, e si presenta sempre come rappresentante della massa dei lavoratori: ancora più grave è che i media, soprattutto le TV, parlano sempre della Fiom come fosse l’unica forza sindacale. Non ho visto purtroppo da nessuna parte pubblicato il numero dei sindacalisti delle diverse sigle che hanno i permessi sindacali, totali o parziali: peccato, si potrebbero fare delle valutazioni molto interessanti.

Occorre certamente avere nel proprio DNA il bolscevismo, inteso come volontà di una minoranza di farsi protagonista ed egemone, ritenendo fideisticamente giuste le proprie idee, ed errate ed eretiche quelle altrui: è quindi corretto, e necessario, imporre, con le buone e con le cattive, la propria linea politica. Questo atteggiamento comporta un disprezzo delle idee delle parti avverse, comporta il rifiuto dei referendum e delle varie consultazioni dei lavoratori, comporta una necessità di gridare e sbraitare per tacitare la voce della maggioranza, comporta l’imposizione dello sciopero con i picchetti. Purtroppo vedremo a breve termine le conseguenze di questi atteggiamenti, con i boicottaggi, le interruzioni e tutte le varie azioni di cui è ricca la storia del lavoro metalmeccanico, e purtroppo con le stelle a cinque punte. L’atteggiamento “bolscevico” è proprio di certe aree politiche, che hanno sempre costituito minoranze, virulente, ma sempre minoranze molto piccole: ironia della sorte, il termine significa “maggioranza”.

Ho usato il termine “bolscevico” ma avrei potuto usare “fascista”, che è la stessa cosa, quella di una minoranza che intende imporsi sempre, comunque e con qualsiasi mezzo.




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