venerdì 23 giugno 2017 - Fabio Barbera

II ritorno in libreria di Pierpaolo Mandetta con "Dillo tu a mammà" , coinvolgente storia di coming out e liberazioni!

Salve Pierpaolo, bentornato su AgoraVox. Ci eravamo lasciati l'ultima volta a parlare di scrittura e narrazione con Cuore Satellite e torniamo a farlo adesso. Il tuo nuovo libro si intitola Dillo tu a mammà, quindi l'amore è sempre una faccenda di famiglia?

Credo proprio di sì, o comunque è ciò che crede Samuele, il protagonista, un ragazzo che a trent’anni si sveglia, una mattina, e si rende conto di non essere felice, di non avere più fede nell’amore. Questo perché nel suo passato ci sono dei buchi affettivi: i suoi genitori non hanno partecipato alla sua vita, non sapevano che fosse omosessuale, e così lui non si è sentito amato. Quando un figlio non riceve attenzioni e amore, sarà più difficile per lui, un domani, dare attenzioni e amore a qualcun altro. L’amore è una faccenda di famiglia perché si insegna, si trasmette e tramanda, da genitore in figlio.

Su Facebook suggerisci: "Dillo tu a mammà che non vuoi rinunciare ai tuoi sogni, che i figli vanno amati senza condizioni, che sei lesbica e ti chiedono sempre dov'è il fidanzato, che vorresti lasciare l'università ma non sai come dirlo, che questa estate non tornerai a casa, che non vuoi fare l'avvocato ma il maestro, che sei gay e hai paura di non essere più amato in famiglia, che sei fidanzata con un uomo più grande di te, che hanno sempre preferito tuo fratello, che non vuoi sposarti in chiesa..", è solo una parte di tutto quell'elenco di cose difficili da dire. L'argomento coming out - declinato in tutte le sue forme - è ancora oggi un fatto spinoso?

Purtroppo sì, proprio perché il coming out si rivolge alle famiglie, è la cosa che più terrorizza le persone che vorrebbero esprimersi. Il coming out non riguarda semplicemente l’essere omosessuale, ma la libertà di compiere scelte di vita che in qualche modo vanno contro corrente o possono deludere i familiari. È la rivelazione di non essere più, almeno in parte, quella persona che tutti credevano. Siamo nel 2017, ma in molti luoghi non è cambiato nulla. Dalla metropoli al paesino di campagna, la famiglia è spesso ancora troppo autoritaria. Mi scrivono figli buttati fuori di casa per aver detto di essere gay, ma anche donne che hanno rovinato rapporti con i genitori a causa di un divorzio, di un trasferimento all’Estero, ragazzi che hanno abbandonato l’azienda di famiglia e dunque hanno creato il dramma. I genitori non vogliono solo essere partecipi, ma spesso vogliono decidere, imporre doveri e stili di vita.

Cosa consiglieresti ad una ragazza o ad un ragazzo che, nel comprendere la propria sessualità, vuole rendere partecipe la famiglia ma ha paura della reazione?

Non ci sono consigli, sarebbe ipocrita. Ogni famiglia è diversa. Se un ventenne ha paura di essere allontanato dai familiari a causa della sua sessualità, come potrei dire qualcosa di positivo e melenso come “vai tranquillo, sii te stesso comunque vada”. Di sicuro penso che si debba soffrire il meno possibile a causa degli altri. Perciò, se la famiglia è sensibile e aperta, allora dichiararsi è sempre la scelta migliore. Ma se si ha dei genitori stronzi, allora combattere, distruggersi, serve a poco. Meglio cercare conforto altrove. Resistere quando gli altri ti maltrattano non serve a niente, e questo succede ancora spesso.

Intanto sui media proprio in questi giorni torna ad emergere l'argomento GPA: una parte di Arcilesbica ha prodotto un documento in cui vuole discostarsi dalle famiglie arcobaleno e dal movimento lgbt che, durante i pride chiede a gran voce più diritti, riconoscimento e tutele anche in tal senso. Che ne pensi?

Che ognuno dovrebbe fare il cazzo che gli pare col proprio corpo, nei limiti della legge e del rispetto umano. C’è talmente tanta sofferenza al mondo che non capirò mai la necessità di creare nuovi paletti, nuove regole rigide e vecchie, nuove forme di etica. Ma basta.

Mentre si continua ad aspettare ancora una legge di contrasto all'omofobia (l'ultimo disegno di legge in materia è ancora arroccato in commissione dal 2014) sotto le pressioni dell'Unione Europea e della comunità internazionale passi avanti sono stati fatti dal punto di vista dei diritti matrimoniali laici con le unioni civili. E tu sei pronto a regalare una suocera al tuo compagno?

Neanche per sogno. Non sono adatto al matrimonio. Ho un inguaribile istinto alla fuga, come Julia Roberts. E la mia è una madre abbastanza morbosa da esserne felice, perciò siamo tutti contenti.

Prossime presentazioni del libro?

Saremo ad Agropoli il 23 giugno, a Bergamo il 14 luglio, Bologna il 19, Empoli il 20, al village di Padova il 21. Se ne aggiungeranno altre, perciò meglio tenere d’occhio la pagina Facebook.

Terminate le presentazioni cosa c'è in cantiere? Stai già affinando la penna?

Vorrei morire su una spiaggia per una settimana!

E' una domanda che faccio sempre agli ospiti intervistati perché permette di avere spunti e suggerimenti interessanti: un film in streaming, un libro sul comodino, un fumetto nello zaino e una canzone in cuffia.. cosa legge, guarda, ascolta Pierpaolo Mandetta?

Al momento la mia passione totalizzante è il cinema, perché mi ispira molto, e avendo poco tempo libero è la cosa più veloce; peccato che tra film Marvel e americanate in cui si spara alla gente, o si sparano cazzate, di questi tempi è dura. L’altra sera abbiamo visto Una doppia verità: l’unico thriller al mondo per cui non te ne frega niente di capire chi è il colpevole. Due palle...

L'augurio è di trovare un film coinvolgente, intanto ci si rilegge tra le pagine del tuo nuovo libro. Cercheremo di dirlo anche a mammà.

Ditelo subito!

 

Un endorsement dal food&fashion blogger, Marco Ricci, che attraverso questo scatto consiglia "Dillo tu a mammà" come lettura per l'estate.

 




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