mercoledì 8 settembre 2021 - Armando Michel Patacchiola

I talebani sono sempre meno moderati?

Dalle prime analisi della composizione del governo emergono dubbi che da qui in avanti possa prevalere la corrente moderata tra gli studenti coranici.

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Martedì 7 settembre, a 24 giorni dalla presa di Kabul, i talebani hanno annunciato alcuni membri del governo ad interim. Sono tutti pashtun, l'etnia prevalente nel paese e alcuni hanno giudizi o condanne poco lusinghiere, e quasi tutti sono della vecchia guardia. Tra questi c'è Muhammad Hassan Akhund, già capo del Consiglio direttivo dei talebani (la Rahbari Shura) è stato nominato primo ministro, il suo vice sarà Abdul Ghani Baradar, tra i fondatori dei talebani e negoziatore a Doha del patto siglato con gli Stati Uniti nonché capo politico in pectore degli studenti coranici. Il nuovo primo ministro dei talebani, che come movimento non è designato come una minaccia terroristica dagli Stati Uniti, è però presente nella lista dell’Onu delle persone designate come terroriste o associate al terrorismo. Alla completa definizione del mosaico parlamentare mancherebbero due tasselli, ma i più importanti sono già stati assegnati. Il ministero della Difesa sarà guidato Mawlawi Mohammad Yaqub, figlio del mullah Omar, crudele guida storica del movimento, mentre il sanguinario Sirajuddin Haqqani sarà ministro dell’Interno. Su di lui una taglia internazionale da 5 milioni di dollari. La rete degli Haqqani, fondata dal padre di Sirajuddin, è una delle più pericolose ed è considerata una rete terroristica dagli Stati Uniti e dalla Nato. La rete degli Haqqani potrà contare anche sul ministero dell'Istruzione superiore, affidato a Abdul Baqi Haqqani e quello delle Telecomunicazioni, assegnato a Najibullah Haqqani. Il ministero dell’aviazione, che nei giorni avvenire sarà molto impegnato per la completa messa in funzione e sicurezza dell’aeroporto di Kabul, è stato affidato al mullah Hamidullah Akhundzada. Il ministro per lo Sviluppo rurale, l'agricoltura è la principale fonte di sostentamento, sarà il mullah Mohammad Younus Akhundzada. Infine Haji Mohammad Idris sarà direttore della Banca centrale. Come annunciato nei giorni scorsi il Mullah Hibatullah Akhundzada sarà la Guida suprema dell'Emirato islamico dei talebani, ed esso sarà la guida per i fedeli, e impartirà le linee, sostenendo al contempo il governo.

Zabihullah Mujahid, il portavoce dei talebani ha dichiarato che essi vogliono buoni rapporti con tutti i Paesi “anche con quelli che combattevano contro di noi”. Mujahid ha precisato però che vogliono buone relazioni nel rispetto delle regole della sharia, e che non saranno consentite interferenze nelle loro politiche e nei loro affari. Non si tratterebbe di dichiarazioni secondarie, ma significative dell’indirizzo che i talebani intenderanno intraprendere nei prossimi mesi, soprattutto nei confronti della popolazione. Molti esperti, sintetizzando molto, hanno delineato due correnti di pensiero tra i talebani: una corrente più moderata, che intenderebbe aprire a delle concessioni rispetto alle rigide leggi e regole applicate in passato durante il primo governo talebano (1996-2001); e l’altra, più inclemente, quella che sembrerebbe avere il sopravvento, che non intenderebbe concedere nulla alla popolazione e ai partner stranieri. Nelle loro intenzioni essi applicheranno alla lettera la loro rigida interpretazione del Corano, creando, già si sa, molto malcontento. Il problema, infatti, è che negli ultimi venti anni la popolazione è cresciuta da un punto di vista sociale e anche, di alfabetizzazione, salito per esempio dal 28.1 percento del 2000 al 58.15 percento della popolazione del 2015.

Se l’applicazione del diritto allo studio delle donne appare una via di mezzo, visto che in molte università sono state tranquillamente riammesse allo studio tutte le ragazze, lo stesso non si può dire delle modalità. Alcune foto che stanno circolando in rete mostrano come le classi siano separate da una tenda dai colleghi maschi, in una sorta separazione sessuale. In passato il tasso di alfabetizzazione delle donne era vicino allo zero percento, motivo per cui, c’è da sorridere, almeno in parte.

Il timore è che questa ribellione sfoci presto in una repressione violenta e selettiva.

Non è andata meglio, anzi c’è stata una mano più dura, per quanto riguarda le manifestazioni di protesta. Secondo quanto riferito da alcune testate straniere i talebani avrebbero iniziato a sparare in aria durante alcuni assembramenti di protesta in alcune città. Centinaia di manifestanti hanno marciato in alcuni quartieri di Kabul, anche in prossimità dell’ambasciata del Pakistan, chiedendo maggiori libertà. Il Pakistan è considerato uno dei maggiori fiancheggiatori dei talebani. Ad alcuni giornalisti è stato impedito di filmare le manifestazioni, e come riporta il “Washington Post”, le immagini di alcuni manifestanti che sono stati presi in custodia dalle forze dell’ordine, sarebbero state cancellate dai device e dalle telecamere. Secondo testimonianze molte persone sono scappate mentre stavano manifestando, a causa di una cospicua pioggia di proiettili caduti a poca distanza dalle loro teste. Queste manifestazioni, e la ferrea opposizione dei talebani possono essere considerati tutti segnali di una intolleranze pronte a ribollire.

Nei giorni scorsi, per esempio lunedì 6 settembre, ci sono state proteste, questa volta nella città settentrionale di Mazar e Sharif. A scendere in piazza sono state delle donne. E lo stesso è avvenuto nei giorni scorsi nelle città di Herat, ad est, e Zaranj, al confine con l’Iran. Sempre nei giorni scorsi i talebani hanno detenuto quattro persone, dopo aver violentemente soppresso una manifestazione a Kabul. L'impressione che sta prevalendo tra gli addetti ai lavori è che nonostante le rassicurazioni da parte dei portavoce, i talebani non avranno un approccio tale da permettere un dialogo sereno o semplice. Il pericolo maggiore è che non vengano sbloccati gli aiuti internazionali, per il 70 percento dei quali la spesa pubblica del paese vive. Molti analisti credono che nei prossimi giorni le proteste potrebbero crescere a causa dell'impossibilità di accedere ai beni essenziali. Molte persone, in queste ore, stanno accalcando i mercati rionali per barattare le poche chincaglierie a disposizione per un tozzo di pane. La moneta si è infatti svalutata del 20 percento nell'ultimo periodo e i prezzi dei beni di sussistenza sono saluti alle stelle. E' questo il nuovo fronte delle proteste e il vero banco di prova dei talebani: da una parte dovranno combattere per tenere unite le fazioni, fossilizzate sugli assiomi della sharia. Dall’altra dovranno tenere tranquillo il popolo afghano, per nulla intenzionato a tornare all’oscurantismo di venti anni fa, e nemmeno a pagare con la fame, il prezzo economico più cospicuo dell’avvento dell’Emirato islamico talebano.




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